Operaio muore colpito da scarica elettrica, colleghi e datore lavoro inquinano tutto: “Un malore qui fuori”

Hanno provato a nascondere un incidente sul lavoro, poi rivelatosi mortale, avvenuto all’interno dell’azienda perché gli operai erano tutti “in nero” e le misure a tutela degli stessi lavoratori non erano mai state adottate. E’ sconcertante quanto emerso al termine di una indagine condotta dai carabinieri del Nas di Latina e coordinata dalla Procura pontina e volta a far luce sul ritrovamento di un operaio in fin di vita all’esterno di un cantiere. Dall’ipotesi morte naturale si è arrivati a far luce sull’incidente drammatico avvenuto nel cantiere con il lavoratore colpito da una scarica elettrica che colleghi e datore di lavoro hanno provato in tutti i modi a nascondere.

E’ denominata Blackout l’inchiesta che nelle scorse ore ha portato all’esecuzione nei comuni di Latina e Sonnino, a sette misure cautelari (di cui tre custodie in carcere e quattro ai domiciliari) nei confronti di persone, indagate, a vario titolo ed in concorso fra loro, per i reati di omicidio volontario con dolo eventuale, favoreggiamento personale aggravato continuato, rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

Tutto parte il 23 giugno 2022 quando nel comune di Sonnino, all’esterno di un cantiere edile, viene ritrovato un operaio in stato di “incoscienza e privo di respiro”. Il successivo trasporto e ricovero presso la terapia intensiva dell’Ospedale di Latina, dove ne avveniva, a distanza di diversi mesi, il decesso, faceva inizialmente ipotizzare a una morte riconducibile a cause naturali, ma la denuncia-querela sporta dai familiari della vittima, gli accertamenti preliminari relazionati in modo dettagliato da personale dell’ASL pontina e gli approfondimenti medico legali disposti dalla procura, mettevano in luce evidenze che inducevano a ipotizzare una diversa dinamica dei fatti, facendo decidere, pertanto, di delegare le relative indagini ai Nas.

Le investigazioni svolte dai militari del Nucleo Antisofisticazioni pontino hanno fatto emergere che la morte dell’operaio era da ricondursi a un infortunio sul lavoro verificatosi all’interno del cantiere edile di Sonnino, a seguito di una scarica elettrica accidentale ad alta tensione mentre erano in corso lavori relativi ad un getto di calcestruzzo, commissionato da una società di autotrasporti, per la realizzazione di un parcheggio.

Per quanto le indagini hanno consentito di appurare, il successivo rinvenimento del lavoratore al di fuori del cantiere era da ricondursi a una messa in scena operata nel tentativo di inquinare quanto realmente accaduto; risulta inoltre che tutti gli operai dell’azienda interessata erano stati assunti “in nero” e che non era stata predisposta alcuna misura a tutela dei lavoratori stessi.

Gli approfondimenti eseguiti hanno permesso agli investigatori del NAS di Latina di mettere in luce una attività tesa all’inquinamento delle prove; con particolare riguardo ai tre soggetti destinatari dell’ordinanza di custodia in carcere (ovvero il committente, il datore di lavoro e un operaio) le indagini hanno accertato anche un’illecita condotta nei riguardi del lavoratore, che ne ha determinato, quale conseguenza che alla luce delle indagini esperite appare evitabile, la morte.

Si è anche proceduto all’esecuzione del decreto di sequestro preventivo dell’area del cantiere edile ove è avvenuto l’incidente, sussistendo il concreto pericolo di protrarre o reiterare il reato.