Pago PA è una fregatura, ecco perché

Nell’era dei tassi di interesse bassi o addirittura negativi, le banche hanno dovuto trovare nuove entrate da commissioni a fronte di servizi che ci eravamo abituati ad avere gratuiti o quasi con l’aumento della concorrenza dell’ultima ventina d’anni e la diffusione delle banche online. Resiste in genere, per trasferimenti in Europa, la gratuità dei bonifici e degli addebiti diretti in conto corrente. Grazie a ciò, la rata del condominio o le bollette si possono pagare senza commissioni domiciliandole oppure inviando bonifici, quando il gestore del servizio lo permette. In altri casi un pagamento disintermediato è possibile presso le tesorerie dell’esercente. Per esempio, fino alla penultima bolletta, io potevo pagare la Tari (tariffa rifiuti) a Roma presso le agenzie della Banca Popolare di Sondrio senza commissioni. Ma con l’ultimo avviso di pagamento il Comune di Roma mi comunica che d’ora in poi posso pagare la Tari solo nell’ambito del circuito “Pago PA”.

Per capirne di più mi collego al sito ufficiale omonimo e scopro che le amministrazioni pubbliche sono ora obbligate a farsi pagare solo attraverso i sistemi di pagamento del consorzio CBI (customer to bill interaction), quello che appare nei portali delle banche come sistema “Cbill”. Il sistema permette un’identificazione univoca delle comunicazioni di debito e un loro pagamento su varie piattaforme, dalle ricevitorie ai siti delle banche, ma ha una commissione piuttosto alta: circa 2 Euro nel mio caso (online tramite la mia banca). Unica eccezione ammessa a questo circuito è il vecchio bollettino postale anch’esso a pagamento (ben 1,5 euro di commissione fissa anche a fronte di importi minimi).

Il sito di “Pago PA” afferma che il sistema serve a far risparmiare alle pubbliche amministrazioni semplificando loro la riscossione, ma ignora bellamente, anche nelle “FAQ”, che lo fa a spese dei cittadini. Quasi incredibile poi quel che scrive (ma forse è costretto a scrivere) il sito dell’Ama (l’azienda dei rifiuti del Comune di Roma). Riporto testualmente: «Per il pagamento della tassa sui rifiuti non sarà più possibile l’addebito diretto della bolletta (Rid – Sepa). Gli utenti che utilizzano la domiciliazione bancaria sono invitati dunque a dare comunicazione di disdetta dell’addebito alla propria banca». In altre parole: Ama rinuncia alla forma di pagamento più ambita da qualunque esercente: l’addebito bancario diretto, quello che annulla i costi di esazione e garantisce l’ingresso puntuale dei soldi. Lo fa perché deve adeguarsi al nuovo monopolio ex lege dei “PSP”, come li chiama il sito “Pago PA”: i prestatori di servizi di pagamento.