Un accordo con i magistrati del Belgio che contiene una condanna a cinque anni, con sospensione condizionale della pena per la parte eccedente un anno, dunque con 12 mesi da trascorrere in carcere.
Con questa scelta Antonio Panzeri, l’ex europarlamentare del Partito Democratico al centro dell’inchiesta Qatargate, ha deciso di collaborare con la giustizia belga diventando di fatto un “pentito”, un collaboratore di giustizia.
Come prevede la legge belga, Panzeri e Procura federale hanno sottoscritto un accordo che dovrà essere convalidato dai giudici della Camera di Consiglio: accordo sottoscritto anche dai legali dell’ex eurodeputato, Laurent Kennes et Marc Uyttendaele, con cui Panzeri ammette le sue responsabilità.
Come rivelato dall’avvocato Laurent Kennes all’Agi, l’accordo contiene anche una multa da 80 mila euro e il sequestro di un milione di euro all’ex esponente del PD e di Articolo Uno, in carcere dall’inizio di dicembre.
In un comunicato della procura belga si dice che Panzeri si è impegnato a fare “dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, sincere e complete” rispetto al proprio coinvolgimento nel caso e a quello di altre persone coinvolte nell’inchiesta, definendo l’accordo preso con l’ex eurodeputato “una importante evoluzione” nelle indagini.
Con Panzeri “è la seconda volta nella storia giuridica belga, dall’introduzione della cosiddetta ‘legge sui pentiti’ (sull’esempio della legge italiana per le indagini di mafia)” che un procedimento si conclude “con la firma di un memorandum”, spiega la stessa Procura Federale belga.
Secondo il quotidiano belga L’Echo, Panzer avrebbe confessato al giudice Michel Claise di aver pagato una somma tra i 120mila e i 140mila euro al parlamentare belga di origine italiana Marc Tarabella, il cui ufficio era stato perquisito nell’ambito delle indagini. I pagamenti sarebbero avvenuti in più rate mentre nell’Europarlamento si discuteva dalla posizione da tenere sul dei diritti dei lavoratori impegnati nelle opere per i mondiali di calcio del Qatar.
