“Papà sta picchiando di nuovo mamma“. E’ stata la telefonata della ragazzina a un maresciallo della stazione dei carabinieri di Torre del Greco (Napoli) a porre fine all’incubo vissuto, dal 2006, da una donna, picchiata e maltrattata dal marito davanti ai tre figli, tutti minori, di 17, 15 e 13 anni. Vessazioni che subiva con una regolarità raccapricciante e che sono proseguite fino a qualche giorno fa, quando si è rivelata decisiva la telefonata della figlia.
Indagini lampo quelle condotte dai carabinieri e coordinate dalla procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso. Oltre alle testimonianze della donna e dei figli, decisivi si sono rivelati anche i video girati dalla stessa vittima mentre avvenivano le violenze nell’abitazione. L’uomo, un 42enne di Torre del Greco, è stato raggiunto lo scorso 22 giugno da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata: è gravemente indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia commesso ai danni della moglie e dei tre figli minorenni.
L’attività investigativa è stata avviata in seguito alla denuncia della donna che, lo scorso 17 giugno 2021, ha raccontato ai militari di aver subito negli anni della convivenza coniugale continue e reiterate minacce e violenze, fisiche e morali, da parte del marito. L’ultimo episodio si è verificato proprio la mattina del 17 giugno quando l’uomo, dopo aver minacciato di uccidere lei e i suoi genitori, ha prima tentato di strangolarla, poi l’ha ripetutamente schiaffeggiata. Decisivo, ai fini delle indagini successive, il contatto della vittima con un maresciallo dei Carabinieri della Stazione Capoluogo, che ha fornito il proprio numero di telefono diretto alla vittima nel caso in cui quest’ultima avesse avuto bisogno di aiuto.
La mattina successiva a quella della denuncia, il maresciallo della Stazione dei Carabinieri è stato contattato dalla figlia della vittima, che ha chiesto aiuto dal momento che il padre stava nuovamente maltrattando la madre. Le delicate indagini hanno permesso di ricostruire un allarmante quadro familiare, caratterizzato da continue violenze e soprusi, iniziati fin dal 2006. Fondamentali si sono rivelati anche i video girati dalla donna nell’ambito delle mura domestiche, che hanno consentito di riscontrare in modo oggettivo quanto dalla stessa denunciato.
