“Dieci anni fa, quando uscì ‘Sottomissione’ di Michel Houellebecq, i francesi liquidarono l’opera come una mera provocazione letteraria. Si sbagliavano drammaticamente. Quel libro non era fantapolitica ma una lucida e profetica visione della capitolazione dell’Occidente, la sua stanca, silenziosa resa a un Islam politico che, passo dopo passo, prende il potere con mezzi democratici per poi stravolgere la stessa democrazia, i nostri valori e i nostri diritti. Oggi, l’allarme che risuonava in Francia e che nel frattempo si è esteso in Belgio, in Gran Bretagna e in tanti altri Paesi europei, si è acceso anche qui, a Roma, capitale d’Italia e della Cristianità. La nascita di un ‘partito islamico’ nella Capitale è l’esatta riproposizione di quello schema, un progetto irresponsabilmente avallato da una certa sinistra che, in cambio di voti, svende la nostra identità e le nostre radici. Ecco il perché di questo convegno: primo, ribadire che il multiculturalismo promosso dalle élite globaliste non è la via per l’integrazione ma un cavallo di Troia per la sostituzione culturale. Secondo, spiegare agli italiani la verità: c’è chi, tramite le politiche migratorie dei ‘porti aperti’ e dell’accoglienza a tutti i costi, vuole importare la Shari’a nelle Istituzioni e cancellare il volto e l’identità storica delle Nazioni europee. Terzo: organizzarci e unire le forze per contrastare concretamente l’islamizzazione, perché se non ci svegliamo subito, se non mettiamo un freno immediato a questa avanzata, la profezia letteraria di Houellebecq diventerà presto la nostra amara realtà”. Così l’europarlamentare leghista Susanna Ceccardi, aprendo l’evento “Europa: le nostre radici. La nostra civiltà. Come difenderci dal radicalismo islamico” organizzato nel pomeriggio odierno a Roma dal gruppo ‘Patrioti per l’Europa’.
Al convegno, moderato dalla giornalista de ‘Il Tempo’ Giulia Sorrentino e al quale hanno partecipato oltre 200 persone, sono intervenute le eurodeputate Silvia Sardone e Anna Maria Cisint e il Sottosegretario al Ministero dell’Interno Nicola Molteni.
“La battaglia contro l’islamizzazione è e sarà la sfida dei prossimi decenni, e solo noi della Lega la affrontiamo con coraggio, senza arretrare sui nostri valori – afferma l’eurodeputata Silvia Sardone -. Le cronache riportano ogni giorno episodi gravissimi di ragazze e donne musulmane minacciate, picchiate o peggio perché vogliono vivere all’Occidentale o rifiutano il velo islamico. Riteniamo che il velo sia uno strumento di oppressione e per questo abbiamo avanzato la proposta di vietarlo nei luoghi pubblici, a partire dalle scuole: una scelta di buonsenso e libertà, a tutela dei diritti delle donne e della vera integrazione. Allo stesso tempo consideriamo fondamentale fermare l’islamizzazione crescente nelle scuole, dove si moltiplicano iniziative fuori luogo come la chiusura degli istituti per il Ramadan o le gite scolastiche nelle moschee. Non è così che si favorisce l’integrazione, anche perché si finisce per calpestare i nostri valori. Sempre più spesso assistiamo, infatti, a episodi di censura della nostra cultura per non urtare i ‘nuovi arrivati’. Per questo riteniamo essenziale diffondere messaggi di libertà e orgoglio per la nostra identità, nonostante le minacce, anche di morte, che riceviamo quasi quotidianamente. E con l’Osservatorio sull’islamizzazione, diamo seguito alle nostre denunce e segnalazioni, con l’obiettivo di offrire al Governo strumenti utili per contrastare un fenomeno sempre più preoccupante”.
A Monfalcone – dichiara l’europarlamentare Anna Maria Cisint, già sindaco del Comune goriziano – abbiamo visto in anticipo ciò che sta accedendo in tutto il Paese, Roma lo sta scoprendo in queste ore, con la nascita di un nuovo partito islamico per le prossime elezioni, che ambisce ad infiltrarsi nelle Istituzioni per sovvertire il nostro sistema democratico. L’Islam sta mettendo in atto la strategia più radicale: costruisce vere e proprie città nella città, fatte di moschee abusive dove indottrinare i figli fin da piccolissimi, guidati da imam che controllano ogni aspetto della vita della comunità — dalla preghiera al lavoro — imponendo le regole della Sharia al posto delle norme italiane. Lo abbiamo visto con il continuo aumento di donne, sempre più giovani, integralmente coperte fin dalle scuole medie. A Monfalcone abbiamo preteso invece il rispetto della legalità e dei nostri valori, chiudendo tre moschee irregolari. Battaglia che ora sto portando avanti in tutta Italia, dove la quasi totalità dei centri islamici è fuori legge, sia per le norme urbanistiche, sia per ciò che viene predicato all’interno. Lì ad oggi, senza regole chiare e un patto con l’Italia, pullula l’integralismo e l’odio verso l’occidente. Se l’Italia vuole avere ancora un futuro il primo passo è quello di ridurre gli arrivi da Paesi islamici — e su questo abbiamo lavorato con il segretario federale Salvini e il Sottosegretario Molteni per un’ulteriore e decisiva stretta ai ricongiungimenti familiari — e imporre regole chiare alle comunità islamiche per fermare il dilagare del radicalismo che vuole sottrarci libertà e democrazia.”
