Guardare oltre la transizione ecologica, alla transizione energetica. Togliendo dagli occhi quelle bende che dal referendum sul nucleare del 1986 inchiodano l’Italia in una condizione di subalternità obbligatoria. E di dipendenza non più sostenibile dalla Russia. Questo l’intento dell’incontro promosso per presentare il libro di Umberto Minopoli – presidente dell’Associazione Italiana per il Nucleare – promosso dalla Fondazione Ottimisti e Razionali con Claudio Velardi dietro le quinte e il direttore di Formiche, Giorgio Rutelli, a fare da moderatore sull’ariosa terrazza romana di Havas. L’uscita del libro Ritorno al futuro – L’energia a cui l’Italia non può rinunciare, per i tipi di Guerini e Associati, fa da apripista per una riflessione su quanto sappiamo (e non sappiamo) sull’energia con il più alto potenziale sostenibile conosciuta: il nucleare. Minopoli, una vita nel Pci, è tra i più noti studiosi di politiche energetiche. Tra mozioni presentate, pronunciamenti delle forze politiche e di personalità rappresentative di esse, si va delineando, in Parlamento, uno schieramento favorevole alla ripresa del nucleare. Tendenzialmente maggioritario. «Mai come in questo momento siamo al centro delle questioni geostrategiche, economiche e climatiche di cui si parla. Il nucleare può essere l’arma che manca all’Italia per diventare autonomi e indipendenti», dice Minopoli al Riformista.
«Togliamoci i paraocchi. La crisi energetica mette al centro la necessità di sviluppare la ricerca – con il solito senso di urgenza senza il quale in Italia non ci si muove – verso l’unica soluzione in grado di abbassare significativamente la bolletta per famiglie ed imprese». «Si tratta d’altronde», aggiunge Minopoli, «di essere coerenti, rinunciare al gas e ai combustibili fossili, mantenendo gli obiettivi della decarbonizzazione, significa andare verso un cambiamento del mix energetico». Azione di Carlo Calenda ha presentato una mozione parlamentare per “inserire il nucleare nel mix energetico italiano”. Anche Italia Viva ci sta pensando. Il Pd con Enrico Letta valuta, e un appello in questo senso gli viene rivolto da Minopoli. Draghi ha già fatto sapere che l’argomento non è affatto tabù, e nelle more degli studi avviati dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani l’atomo verde, il nucleare pulito, è ben presente.
«Gli ostili al nucleare hanno visto franare la loro narrazione con due eventi che hanno rappresentato un turning point nelle strategie energetiche: la crisi dei prezzi del gas nell’agosto del 2021 e la guerra russa nel febbraio del 2022», concludono la tavola rotonda, all’unisono, Umberto Minopoli e Chicco Testa.
