Perquisizione nella villa di Trump, i documenti sequestrati dall’FBI: “Anche segreti nucleari di un Paese straniero”

Il Washington Post cita fonti informate e pubblica un’inchiesta sui documenti che l’FBI avrebbe trovato nella residenza in Florida dell’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Secondo il quotidiano nella perquisizione sarebbero stati sequestrati anche documenti top secret relativi alle difese militari di un Paese straniero, comprese le sue capacità nucleari. Documenti che solo il presidente, membri del gabinetto o funzionari di alto livello potrebbero autorizzare alla visione per altri funzionari governativi.

L’FBI ha recuperato quest’anno più di 300 documenti riservati da Mar-a-Lago: 184 in una serie di 15 scatole inviate alla National Archives and Records Administration a gennaio, altri 38 consegnati da un avvocato di Trump agli investigatori a giugno e più di 100 documenti aggiuntivi portati alla luce in una perquisizione approvata dal tribunale l’8 agosto, almeno 25 quelli top secret.

Secondo il WP i documenti top secret si trovavano tra questi ultimi. Non è stato rivelato il Paese le cui difese, anche nucleari, erano descritte nel documento. I Paesi con capacità nucleari in tutto il mondo sono comunque pochi: Gran Bretagna, Francia, Russia Cina, Pakistan, India, Israele e la Corea del Nord. Nessun dettaglio in più su una delle più delicate indagini degli ultimi anni del Dipartimento di Giustizia americano.

Questo genere di documenti, secondo i regolamenti, va conservato sotto chiave, quasi sempre in una struttura informativa a compartimenti stagni, con un funzionario di controllo designato a sorvegliare attentamente la loro posizione. Sarebbero stati invece in questo caso conservati a Mar-a-Lago, con una sicurezza blanda, per oltre diciotto mesi dopo l’addio di Trump alla Casa Bianca.

L’ex Presidente degli Stati Uniti ha negato che tra i documenti trovati nella perquisizione presso la sua residenza ci fossero contenuti top secret o informazioni su armamenti nucleari. Ha definito la notizia una fake news e sostenuto che i documenti sequestrati erano innocui e destinati esclusivamente a essere utilizzati per un libro di memorie, a una biblioteca presidenziale o in altri progetti. Il tycoon aveva inoltre suggerito che fosse stata la stessa FBI ad aver messo i documenti nella sua abitazione, salvo poi riconoscere la loro presenza aggiungendo di averli “declassificati” personalmente.