Ancora una volta, la risposta della Russia ai tentativi di dialogo è arrivata dal campo di battaglia. E precisamente dal cielo. Su tutta l’Ucraina, ma in particolare Kyiv, Mosca ha scatenato una pioggia di fuoco fatta di 630 ordigni, tra droni e missili. E per la capitale, il bilancio è stato tragico. Sono almeno 19 i morti ritrovati sotto le macerie, tra cui tre bambini e un ragazzo di 17 anni. Altre decine sono invece i feriti. Un palazzo nella zona orientale della città è stato completamente distrutto. E per tutta la giornata di ieri, le squadre di pronto intervento, l’esercito e le forze dell’ordine hanno scavato tra i detriti dei palazzi cercando di recuperare i corpi ma anche possibili persone vive rimaste intrappolate nel bombardamento.
Una giornata drammatica per Kyiv, l’ennesima dall’inizio della guerra. Come ha annunciato ieri il sindaco Vitali Klitschko, oggi nella capitale sarà una giornata di lutto cittadino. Ma l’attacco russo sulla città appare anche come un chiaro messaggio politico. In tutta l’Ucraina sono state prese di mira centrali elettriche e infrastrutture ferroviarie. Ma a Kyiv, oltre agli edifici residenziali e a obiettivi “militari” annunciati dalla Russia, sono state prese di mira anche le sedi del British Council e della rappresentanza della Commissione europea. Il segnale nei confronti del Vecchio Continente appare chiaro. Anche perché questo raid arriva soprattutto in una fase in cui l’Europa cerca di capire come potrà garantire la sicurezza ucraina nel dopoguerra, mentre gli Stati Uniti provano ad arrivare il prima possibile a una soluzione negoziale.
L’attacco di ieri notte di certo non aiuta. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo il bombardamento, ha detto che la Russia “resta interessata” al negoziato. Ma le reazioni da parte di Washington e dell’Unione europea sono state nette. Da Oltreoceano è intervenuto direttamente l’inviato del presidente Donald Trump per il conflitto russo-ucraino, Keith Kellogg. Il consigliere del tycoon ha parlato di attacchi “atroci” che “minacciano la pace che Trump sta perseguendo”. Kellogg ha anche dichiarato che gli obiettivi dei raid non erano “soldati e armi, ma aree residenziali, facendo saltare in aria treni civili, gli uffici del consiglio di missione dell’Ue e del Regno Unito e civili innocenti”.
Dall’Europa, il tono è stato più o meno identico. “Gli intensi attacchi di questa notte su Kyiv dimostrano chi sta dalla parte della pace e chi non ha intenzione di credere nel percorso negoziale. I nostri pensieri vanno al popolo ucraino, ai civili, ai familiari di vittime inermi, tra cui anche bambini, degli insensati attacchi russi”, ha scritto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il presidente francese Emmanuel Macron ha accusato Mosca di provocare “terrore e barbarie” e di avere chiarito la sua “idea di pace”. “Vladimir Putin uccide bambini e civili e sabota le speranze di pace. Questo bagno di sangue deve finire”, ha dichiarato il premier britannico Keir Starmer, che ha fatto convocare l’ambasciatore russo a Londra. E mentre il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha parlato di “crescente spietatezza del regime russo”, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha telefonato sia al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che a Trump, ribadendo che “Vladimir Putin deve sedersi al tavolo delle trattative”.
Bruxelles intanto prepara il 19esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca, tema su cui è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ieri ha annunciato la nomina di Stefano Beltrame come ambasciatore presso la Federazione russa. Ma tra le condanne dell’Europa e degli Stati Uniti, a contare, come sempre, è la situazione sul campo di battaglia. Oltre ai continui bombardamenti sulle città e le infrastrutture ucraine, ieri la Difesa di Mosca ha annunciato la conquista di un nuovo villaggio nel Donetsk, Nelepovka. I media russi hanno sottolineato anche l’avanzata delle truppe del Cremlino verso Kupyansk. E mentre nel Mar Nero è stata colpita una nave di ricognizione della Marina di Kyiv, la tensione sale anche nel Baltico, dove due caccia F-35 italiani sono decollati dalla base di Ämari in Estonia per l’arrivo di un velivolo russo.
