Politici italiani tutti per Israele o quasi: alla fiaccolata mancano Conte e Schlein

Roma, Arco di Tito. Il Foglio ha dato appuntamento per una fiaccolata che è diventata una maratona oratoria. Un abbraccio corale, un momento di riflessione, una chiamata alla solidarietà concreta. L’iniziativa è del quotidiano diretto da Claudio Cerasa che riprende la tradizione degli Israel Day di Giuliano Ferrara. I mille ospiti che erano inizialmente previsti vengono superati quando mancava mezz’ora all’inizio. La folla diventa incontenibile: famiglie, anziani, centinaia di studenti affollano la salita che guarda al fornice romano. Per primo parla Carlo Nordio: “Sarei venuto da cittadino, ma ora che sono qui da Ministro vi dico che il governo sarà sempre al fianco di Israele”. Le notizie che arrivano da Israele sono drammatiche. Sono diversi gli ebrei romani ad avere un figlio riservista a Sderot, una cugina chiusa in casa a Tel Aviv. Alcuni piangono, altri sono forse troppo scioccati per farlo: hanno visto quei video che non si possono vedere, le decapitazioni dei bambini che girano su Telegram.

“Siamo di fronte all’abisso del male, un’altra volta come già è successo nella nostra storia”, dice il Rabbino capo della Comunità ebraica romana, Riccardo Di Segni. Parla l’ambasciatore israeliano, Alon Bar, che ringrazia per il calore delle adesioni. Per Italia Viva parla l’ex premier Matteo Renzi che strappa un applauso ripercorrendo il suo intervento alla Knesset e citando Golda Meir. Per Azione c’è la presidente, Mara Carfagna. Per PiùEuropa il segretario, Riccardo Magi. Per Noi Moderati, il segretario Maurizio Lupi. E il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari. E il coordinatore della segreteria di Fdi (e vice presidente Copasir) Giovanni Donzelli. Per Forza Italia, c’è il segretario Antonio Tajani che quando parla dei killer di Hamas “e di chi sta dietro a loro” sarà oggetto di un piccolo coro: “Iran! Iran!”, lo incitano a dire i presenti. Lui imbarazzato, nicchia. Contestazioni anche per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: “Togli la bandiera della pace dal Campidoglio, lascia solo quella di Israele”, gli gridano. Per il Pd parla Alessandro Alfieri, senatore di quella minoranza, Base riformista, che al Nazareno non ha più spazi. Doveva venire proprio Elly Schlein, forse, in una occasione come questa. Assenze eloquenti quelle del M5S, dei Verdi e di Sinistra Italiana.