Una violenza atroce, superfluo dire da condannare senza se e senza ma. È sera, intorno a mezzanotte una giovane poliziotta termina il suo orario di lavoro e si reca a recuperare la propria auto, parcheggiata all’interno del varco “Pisacane” del Porto di Napoli, viene seguita e colpita alla testa da un uomo che poi abusa di lei. È un immigrato del Bangladesh, ha 23 anni e non ha il permesso per stare qui, lo scriviamo per dovere di cronaca, ma cosa sarebbe cambiato se fosse stato un italiano con tutti i documenti in ordine? Lo dobbiamo chiedere alla destra che ora ha la tempesta perfetta per tornare a dire che i migranti meglio che muoiano in mare.
Torniamo al fatto, l’uomo la colpisce con un sasso, lei perde i sensi e lui la violenta. È l’atto peggiore che un uomo possa compiere nei confronti di una donna, privarla della sua capacità di scelta, della sua libertà e costringerla a subire una violenza sessuale. Nessuno, in nessuna sede sta tentando di dire che non è un fatto grave, è gravissimo. L’episodio fa il giro della città e finisce, com’è giusto che sia, su tutti i siti di informazione. Seguono le reazioni della politica, di quale politica? Di quella che gli italiani hanno messo a governare il Paese. Di quella che grida a pene esemplari e a blocchi in mare, in cielo e in terra per i migranti quando il problema vero è la gestione della città, è la sicurezza che non esiste, il problema sono luoghi della città completamente abbandonati a sé stessi che di notte si trasformano in scene ideali per crimini atroci. Giriamo a destra.
Immancabile la bandiera dell’ergastolo sventolata dal leader della Lega Matteo Salvini: “Stupro e tentato omicidio su una poliziotta a Napoli, arrestato cittadino straniero. Chi violenta una donna o un bambino, deve essere messo in condizione di non farlo più, per il resto dei suoi giorni” ha urlato dalla sua pagina Facebook il segretario del Carroccio. L’ergastolo è anticostituzionale e il carcere serve a rieducare e a reinserire all’interno della società, ma forse questo è stato dimenticato.
E ancora: “Esprimo la mia solidarietà e vicinanza umana alla giovane poliziotta aggredita e violentata da un immigrato irregolare del Bangladesh nel porto di Napoli – ha dichiarato in una nota, la deputata di Fratelli d’Italia Imma Vietri – Continua, purtroppo, la lunghissima serie di violenze sessuali ai danni delle donne per mano di selvaggi immigrati che, grazie alle scellerate politiche dei porti spalancati adottata dai governi degli ultimi anni, seguitano imperterriti a delinquere nella nostra Nazione. Sono certa che, con il futuro governo di centrodestra, la sicurezza e la lotta all’immigrazione clandestina torneranno a essere al centro dell’agenda politica. Episodi drammatici come questo non devono verificarsi mai più. Ora – conclude Vietri – auspico per lo stupratore clandestino (già avente precedenti di polizia), accusato di tentato omicidio e violenza sessuale aggravata, il massimo della pena senza alcuno sconto”.
Massimo della pena, ergastolo e confini delimitati dal filo spinato. Ma siamo sicuri che il problema, banalmente, stia tutto qui? Perché non parliamo di sicurezza, di strategie volte ad accogliere i migranti e a collocarli nei luoghi idonei alla loro storia e se necessario alla loro pericolosità? Napoli è terra di nessuno, lo dicono i turisti rapinati un giorno sì e l’altro pure, lo dicono i cittadini esasperati da questa quotidianità, lo dice la violenza subita da una poliziotta che aveva appena finito di lavorare. Ma davvero il problema sono i migranti? Ma davvero si risolve tutto chiudendoli in cella e buttando per sempre la chiave? Davvero per combattere un atto disumano dobbiamo diventare disumani pure noi?
