Politica
Ponte sullo Stretto, ancora perplessità anti-sismiche: cosa è emerso dal confronto tecnico
Quando si parla di Ponte sullo Stretto, a Salvini la determinazione non manca. Ma potremmo dire lo stesso della Corte dei Conti che, dopo la negazione del visto di legittimità alla delibera Cipess, ha detto no anche al terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il Ministero dei Trasporti e la società Stretto di Messina, concessionaria dell’opera. E mentre il governo attende di conoscere le motivazioni della magistratura contabile, ieri pomeriggio, nella Sala dei Presidenti di Palazzo Giustiniani, si è sviluppato un dibattito sulle criticità sismiche e geologiche che ostacolano l’ipotetica realizzazione del Ponte.
Gli aspetti
A organizzare il confronto tecnico-scientifico è stata la senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha introdotto il programma ricco di esperti. Tra gli interrogativi sollevati dalla senatrice, ce n’è uno fondamentale: «Il Ponte sullo Stretto, così come progettato oggi, resisterebbe a un sisma come quelli dell’Aquila e di Amatrice?». Lontano dalle posizioni politiche, il seminario ha analizzato la questione, approfondendone gli aspetti geodinamici e ingegneristici. Un’attenzione condivisa anche dall’amministratore delegato di Stretto di Messina S.p.a., Pietro Ciucci, che ha ricordato come il progetto del Ponte «sarà un vanto per il Paese, considerato strategico e di preminente interesse nazionale».
Il complesso scenario sismico dello Stretto è stato scandagliato, nel suo intervento, dal prof. Carlo Doglioni, già presidente dell’Ingv: «I dati mostrano che la Calabria si sposta di circa 3 mm l’anno verso sud/sudest rispetto alla Sicilia. In quest’area è molto alto lo strain rate». Un termine tecnico fondamentale per i sismologi, tra i principali indicatori nella stima della potenza e del rischio sismico, che resta innegabile in quest’area. Dal 1985, infatti, oltre 5mila terremoti si sono registrati nella zona dello Stretto.
Le perplessità sulle caratteristiche anti-sismiche
Restano poi delle perplessità sulle caratteristiche anti-sismiche previste per il Ponte. «La progettazione è stata costruita – ha spiegato Doglioni – ipotizzando un parametro pga di 0,58g per l’ancoraggio dello spettro». Indicatore, il pga, che fa riferimento all’intensità dello scuotimento in una certa area. Sebbene la misura considerata sia addirittura superiore a quella prevista dalle norme per le costruzioni nella zona dello Stretto, la prudenza non è mai troppa. Come ricordato dal professore: «Se consideriamo il terremoto di Amatrice del 2016, le accelerazioni osservate erano state superiori a 0,8 g…Ma anche nei Campi Flegrei, il 13 marzo scorso, nonostante la magnitudo 4, si sono registrate accelerazioni da 1 g».
Dirigente di ricerca e sismologo dell’Ingv, Gianluca Valensise ha ripercorso i fenomeni geodinamici presenti nell’area dello Stretto: «Sul piano geodinamico c’è una subduzione (lo scorrimento di una placca sotto l’altra) in atto che sta sollevando l’arco calabro a una velocità notevole di 1-2 metri l’anno». Ma ci sono anche delle note positive, come spiegato dall’esperto: «Se consideriamo la posizione specifica del Ponte e la sua angolazione, l’estensione sarà di circa 0,8 mm l’anno tra un pilone e l’altro». Un movimento trascurabile entro la soglia di errore.
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