Prescrizione, Marco Travaglio ha bisogno di qualche ripetizione da Emma Bonino

Si tratta del Consiglio d’Europa, che è un ente esterno all’Unione Europea, tanto che ne fanno parte anche paesi come Turchia, Russia e Azerbaigian e che è nato fin dal 1949 per promuovere la democrazia e i diritti umani. All’interno del Consiglio d’Europa (che non va confuso né con il Consiglio della UE né con il Consiglio europeo) esiste un gruppo di controllo sulla corruzione chiamato Greco, che sarebbe, secondo Travaglio, l’autore della “condanna” nei confronti dell’Italia. Cosa impossibile, non avendo questo gruppo, come del resto lo stesso Consiglio d’Europa, alcuna funzione giurisdizionale. Compito al contrario attribuito, oltre che alla Corte di giustizia dell’Unione europea, alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), che ha, lei sì, più volte condannato l’Italia, ma per una serie di casi di eccessiva lentezza dei processi. Ma la lentezza, che è poi la premessa che sta alla base della necessità di ricorrere anche alla prescrizione dei reati, ai grandi giornalisti come Travaglio non interessa. Visto che è interessato alla documentazione prodotta dal Consiglio d’Europa, gli suggeriamo materiale per il prossimo editoriale. Dia un’occhiata all’ultimo rapporto prodotto dalla commissione che si occupa dell’efficienza della giustizia (Cepej) nel 2018. Proviamo a esaminare i dati sui tempi della giustizia penale nei vari Paesi europei. La media dei Paesi membri del Consiglio d’Europa è di 138 giorni per il processo di primo grado, 143 per il secondo e altri 143 per il terzo. Complessivamente poco più di un anno. L’Italia? Mediamente 310 giorni per il primo grado (Germania 117, Spagna 163, Regno Unito 72, Danimarca 38), 876 per il secondo, 191 per la cassazione. Totale: tre anni e nove mesi. Ecco dove nasce la necessità di ricorrere alla prescrizione. Fattelo spiegare da Emma Bonino, caro Travaglio.