Prof. insultato e minacciato da uno studente per i suoi contenuti su Israele. La furia antisemita e la violenza nelle università

Dal prof. Alessandro Ricci

Pochi giorni fa, mentre uscivo dal mio plesso universitario dopo un esame, un ragazzo mi ha riconosciuto per i contenuti che pubblico su Studenti per Israele e ha iniziato a insultarmi, arrivando persino a minacciarmi. Dopo il 7 ottobre, sui social si è scatenata una vera e propria guerra mediatica che, in questo frangente storico, Israele sta tristemente perdendo. La famosa storia “All eyes on Rafah”, che in meno di un giorno ha fatto più di un milione di repost, è qualcosa di raro. Sono riusciti a farla condividere basandosi soltanto sull’emotività e sulla tragicità delle immagini. Questo danno d’immagine di Israele, alimentato dalla disinformazione online, si manifesta con particolare gravità negli ambienti universitari.

Il clima d’odio

Il problema più grave non risiede nei giovani manifestanti in sé, ma nel fatto che i ragazzi, che non conoscono realmente i fatti, diventano vittime inconsapevoli di un clima ideologico fomentato dall’alto. Il Parlamento, il luogo più deputato al confronto democratico, è ridotto a una tribuna di slogan e urla per convenienza elettorale. La stampa, anche quella più autorevole, spesso pubblica notizie false o parziali su Israele solo per generare clamore, salvo poi smentirle il giorno dopo. Gravissimo anche il ruolo di alcuni docenti universitari, che tengono veri e propri comizi parlando a cuor leggero di “genocidio”, ignorando quanto sia scorretto e fuorviante l’uso di questo termine. Ciò che si sta generando è un clima di odio e polarizzazione, in cui gruppi sempre più radicalizzati si sentono legittimati a diffondere rabbia, disprezzo e violenza simbolica, se non anche fisica.

Nessuna menzogna

Ebrei, studenti o semplici simpatizzanti di Israele devono oggi aver paura di esprimersi nelle università italiane, proprio come accadeva negli anni ’30 in Europa. Come abbiamo sempre detto su Studenti per Israele, una minoranza rumorosa e violenta ottiene più visibilità di una maggioranza silenziosa e pacifica. Ma questa maggioranza non deve più tacere. Deve reagire. Anche nel mezzo dell’odio e della disinformazione, continueremo a batterci per affermare la verità, affinché le tenebre dell’ignoranza non prevalgano sulla luce della ragione. Un giorno, la storia dirà come sono andate le cose. E noi saremo fieri, nel nostro piccolo, di aver dato un contributo, senza aver mai raccontato menzogne.