È stato avviato un provvedimento disciplinare, col rischio di sospensione dal lavoro, per Martino Mora, professore del liceo scientifico Bottoni a Milano che venerdì 25 novembre, nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e di genere, aveva rifiutato di fare lezione nella sua classe a causa di due studenti ‘colpevoli’ di indossare una gonna come gesto di solidarietà.
Troppo, evidentemente, per il professore di storia, che prima ha chiesto di uscire dall’aula e poi si è rifiutato di continuare la sua lezione. La risposta al suo gesto è arrivata il giorno seguente anche da altre classi dell’istituto milanese: gli studenti della classe 4D sono usciti dall’aula rifiutandosi di ascoltare la lezione “per difendere le loro idee”, sedendosi in corridoio studiando per l’ora successiva.
Una vicenda che ha aperto uno scontro senza precedenti tra il professor Mora e la dirigente scolastica del liceo Bottoni, Giovanna Mezzatesta. Intervista dal Fatto Quotidiano, la dirigente ha fornito la sua versione dei fatti: “Alla prima ora quando il professore ha cacciato fuori dall’aula i ragazzi vestiti da donna, la mia collaboratrice l’ha invitato a farli rientrare. Quando sono arrivata a scuola è venuto nel mio ufficio dicendomi che non avrebbe fatto lezione con “dei travestiti”. A quel punto l’ho invitato a tornare in classe perché in quel modo avrebbe violato il diritto allo studio degli studenti”.
Da parte sua Mora avrebbe proposto di restare a disposizione della scuola in sala insegnanti senza rientrare in classe, soluzione rifiutata però dalla dirigente: “Non potevo certo chiamare un supplente perché il professore non voleva far lezione ai ragazzi in gonna. Ho detto che o tornava ad insegnare o sarebbe dovuto andare a casa”, cosa poi accaduta.
Diversa, e non poteva essere altrimenti, la versione raccontata su Facebook dal professore nel giorno stesso in cui è avvenuto l’episodio: “La preside del liceo dove insegno mi ha cacciato da scuola. Stamattina. Mi ha cacciato poiché le avevo detto che non intendevo fare lezione in presenza di un allievo maschio che si è presentato travestito da donna dalla testa ai piedi. A questo punto la “signora” in questione mi ha messo brutalmente e arbitrariamente di fronte all’aut aut: o avrei fatto lezione facendo finta di nulla, o avrei dovuto lasciare immediatamente la scuola. Alla mia risposta che mi sembrava molto più onorevole la seconda possibilità, ella mi ha cacciato”.
Posizioni inconciliabili, come evidente. La dirigente Mezzatesta è pronta però ad andare fino in fondo alla storia e sta preparando una relazione su quanto accaduto: “Mora non ha assolto al compito di vigilanza poiché ha cacciato dalla classe tre alunni e, poi, si è rifiutato di fare lezione. Appena sarà pronta la consegnerò all’ufficio scolastico provinciale, che prenderà provvedimenti nei suoi confronti”, ha spiegato a La Stampa la dirigente.
CHI E’ MORA – Il professore da parte sua si dice pronto a pagare “il prezzo dell’isolamento e dell’ingiustizia”, annunciando una forma di martirio contro quella che definisce “paccottiglia sub-culturale anglosassone e politicamente corretta che sta prendendo il sopravvento anche qui”.
Ma il suo profilo Facebook, aperto al pubblico, si possono notare altre posizioni ‘borderline’ su altri temi: da Draghi al vaccino, dal ddl Zan al suicidio assistito, fino ai giornalisti. Draghi, per esempio, viene definito in un post “sacerdote del dio denaro, il banchiere dei banchieri, il delegato di Wall Strett, l’amico di Big Pharma, l’uomo di fiducia degli strozzini globali, il mandatario degli usurai”.
Il potere dei media è invece gestito, secondo Mora, da “uomini di tale profonda, luceferina malvagità, da lasciare sgomenti”, il tutto perché i grandi giornali “criminalizzano i renitenti al siero magico della multinazionali del farmaco, che trattano come untori e potenziali assassini”.

