Putin, la pace rimane lontana. Nulla di fatto in Russia, saltato il vertice a Bruxelles

Russian President Vladimir Putin speaks to journalists after the plenary session of the VTB "Russia Calling" Investment forum in Moscow, Tuesday, Dec. 2, 2025. (Sergei Ilnitsky/Pool Photo via AP)

L’incontro tra Vladimir Putin e gli inviati statunitensi, Jared Kushner e Steve Witkoff, è terminato con un nulla di fatto. Il presidente russo ha parlato con i fedelissimi di Donald Trump e ha ribadito le sue richieste. “Siamo riusciti a trovare un accordo su alcuni punti, altri hanno suscitato critiche, ma l’essenziale è che si sia svolta una discussione costruttiva e che le parti abbiano dichiarato la loro volontà di proseguire gli sforzi”, ha detto il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, presente all’incontro insieme a Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Fondo russo per gli investimenti diretti.

Tra i nodi irrisolti, però, restano soprattutto i territori occupati e quelli che Mosca vorrebbe vedersi riconosciuti in caso di accordo. Secondo Ushakov, “non è stata ancora scelta alcuna soluzione di compromesso”, anche se “alcune proposte americane possono essere discusse”. E anche se il portavoce presidenziale, Dmitry Peskov, ha detto che “non sarebbe corretto” affermare che Putin ha respinto il piano di pace di Washington, appare chiaro che la soluzione negoziale del conflitto in Ucraina sia ancora lontana. Ushakov ha tenuto a precisare che, dopo l’incontro al Cremlino, non ci si è allontanati ulteriormente dalla pace. Ma nessuno sembra credere che il negoziato sia in discesa o in dirittura d’arrivo.

Lo hanno capito Kushner e Witkoff, ripartiti subito da Mosca, ma lo ha compreso anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aspettava di incontrare i due delegati americani subito dopo il vertice in Russia. Martedì era stato ipotizzato un vertice a Bruxelles tra il leader ucraino, Kushner e Witkoff. Ma dopo la missione a Mosca, l’incontro è saltato e lo stesso Zelensky ha ipotizzato una “stanchezza” da parte degli alleati di Kyiv. Uno scenario, questo, confermato anche dalla manovra di emergenza realizzata ieri sera dal governo ucraino, quando il ministro degli Esteri, Andrii Sybiha, fresco di riunione con gli omologhi della Nato (dove non c’era il segretario di Stato Usa Marco Rubio), ha annunciato che i rappresentati Usa “hanno invitato la delegazione ucraina a proseguire i colloqui in America nel prossimo futuro”. Una situazione di stallo, quindi, in cui appare chiaro che non sia arrivata la svolta desiderata da Trump.

Il capo della Casa Bianca appare sempre meno convinto della bontà delle trattative. E in tutto questo, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha fatto capire ancora una volta di non fidarsi della Russia e di temere una lunga stagione di tensioni. Mosca, a detta dell’ex premier olandese, “si sta preparando per un confronto a lungo termine” e “continua a mettere alla prova la nostra deterrenza”. Per Rutte, il problema non è solo la Federazione russa, perché questa “sta lavorando a stretto contatto con la Cina, la Corea del Nord e l’Iran per tentare di disturbare le nostre società e stracciare le regole globali”. E il segretario generale dell’Alleanza ha di nuovo chiesto ai Paesi membri di compattarsi e di continuare a sostenere l’Ucraina, oltre che aumentare la pressione sul Cremlino finché non vi saranno risultati significativi nei negoziati.

Gli alleati stanno cercando di fare quadrato. Ieri, la premier Giorgia Meloni ha detto che per quanto riguarda il nuovo “decreto armi” c’è tempo fino al 31 dicembre. Ma intanto, Kyiv continua a soffrire l’avanzata delle forze russe. Gli esperti di DeepState hanno detto che l’esercito di Mosca ha preso gli insediamenti di Balagan, nel Donetsk, e di Solodke e Zatyshshya, nella regione di Zaporizhzhya. Il pressing delle forze di Putin è tutto rivolto su Pokrovsk, snodo logistico del Donbass, da cui continuano ad arrivare annunci di Mosca di una sua possibile caduta. L’Ucraina, anche ieri, ha smentito le informazioni sulla conquista delle città da parte delle truppe del Cremlino. Tuttavia, Putin, atteso questa sera a Nuova Delhi per un incontro con il premier indiano Narendra Modi, sembra ancora convinto di riuscire a strappare altri territori mentre i negoziati a procedono a rilento.