Il volo dei droni russi sulla Polonia continua a essere uno dei dossier bollenti della politica europea. Ieri, dalla stampa polacca, è apparsa la notizia che la casa danneggiata la notte del 10 settembre non sarebbe stata colpita da un velivolo russo ma da un missile polacco. Tesi che ha provocato l’ira del presidente, Karol Nawrocki, ma anche degli apparati di sicurezza che hanno chiesto al governo di “fare chiarezza”. Ma in ogni caso, come ha spiegato il premier Donald Tusk, la sostanza non cambia. Senza il lancio dei droni, senza “la provocazione della Russia”, non sarebbe avvenuto nulla.
La mossa di Trump
Provocazione. È appunto questa la parola che circola con insistenza nelle cancellerie europee e della Nato. Per molti, quelli di Vladimir Putin sono modi per testare non solo la reazione bellica, ma anche politica, di un’Alleanza atlantica che in questi mesi, complice anche l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, deve ancora capire come gestire questa fase del conflitto in Ucraina. E in questo senso, l’idea di Mosca, per molti osservatori, non era nemmeno quella di provocare danni in territorio polacco. L’Institute for the Study of War ha spiegato che almeno 15 dei droni usati erano dei Gerbera, droni esca con serbatoi di carburante raddoppiati per ampliare il loro raggio d’azione. Lo stesso consigliere del presidente ucraino Volodymir Zelensky, Mikhailo Podolyak, aveva spiegato nei giorni scorsi che l’attacco è stato “ponderato per valutare una reazione”. “I 20 droni nei quattro voivodati polacchi erano senza testata” ha spiegato Podolyak, “Mosca ha visto che una reazione militare c’è stata da parte di Italia, Paesi Bassi e Romania. Poi voleva vedere la reazione Nato. Infine, la risposta politica, e ha capito che può continuare l’escalation provocando direttamente i Paesi Nato”.
Dallo zar nessun cambiamento
La risposta europea, per il momento, si è vista sia sul piano tattico (con il volo degli aerei Nato, anche italiani contro i droni), sia sul piano strategico. L’operazione “Sentinella dell’Est” per rafforzare il fianco orientale dell’Alleanza è stato un segnale importante. Così come rilevanti sono anche le dichiarazioni con cui ieri, dalla Danimarca, è stato annunciata l’intenzione di acquistare armi di precisione a lungo raggio come “deterrente” nei riguardi di Mosca. Tuttavia, lo “zar” non ha certo mostrato alcun cambiamento. Vestito in tuta mimetica, si è presentato al poligono di Mulino, nella regione di Nizhny Novgorod, per le esercitazioni “Zapad”. Manovre in cui le truppe (100mila soldati tra cui anche militari indiani e iraniani) hanno usato migliaia di sistemi d’arma e simulato operazioni di assalto per conquistare aree popolate nemiche e far partire un’ulteriore offensiva. E Putin, adesso, a maggior ragione dopo il test dei droni, sembra convinto che l’Occidente non reagisca in modo fin troppo duro.
Salvini asset russo
La politica europea appare divisa. Ieri, mentre Papa Leone XIV incontrava nell’udienza generale un gruppo di donne ucraine con i propri cari prigionieri in Russia, l’Italia è stata il teatro di un nuovo scontro politico che ha coinvolto da un lato il ministro Matteo Salvini e dall’altro le opposizioni. Con le seconde che hanno incalzato il ministro delle Infrastrutture per l’incontro e il presunto abbraccio all’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, durante una festa presso l’ambasciata cinese. E il leader di Azione, Carlo Calenda, che ha puntato il dito contro Salvini definendolo “un asset russo”.
Il caso Navalny
Intanto, dalla Russia, un nuovo monito arriva da parte della vedova di Alexei Navalny, morto in una colonia penale in Siberia nel 2024. Yulia Navalnaya ha spiegato anche insieme al team che si occupa di scoprire la verità sul marito defunto sono riusciti a ottenere “campioni biologici di Alexei, a trasferirli all’estero e a consegnarli a un laboratorio in uno dei Paesi occidentali”. Ed entrambi i laboratori, in Paesi diversi, “hanno concluso che Alexei è stato avvelenato”. Il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, si è trincerato nel più classico dei “no comment”. Ma da Parigi è arrivato un avvertimento: “La Francia ricorda che ritiene le autorità russe pienamente responsabili della sua morte e continua a chiedere che sia fatta piena luce sulle condizioni di questo tragico decesso”.
