Putin, Trump e una Yalta rovesciata, in Alaska la legge del più forte che legittima le annessioni: l’Europa deve rinascere con il contro-vertice di Ferragosto

Quest’anno il Ferragosto in Alaska sarà agghiacciante. È il gelo della legge del più forte. Il nuovo schema prevede una Yalta rovesciata, dove non c’è neanche bisogno di aver vinto una guerra. Niente bandiere ONU, niente G7, G8 o G20, nessuna cornice di diritto internazionale. Solo due leader che decidono chi comanda e chi esegue. Gli altri sono più che comparse. Sono superflui.

La democrazia delle prepotenze

Uno dei paradossi dell’estate 2025 è che a trattare la presunta vittoria sarà un leader che ha perso. Nel febbraio 2022, Vladimir Putin pensava di occupare Kiev in una settimana. Solo pochi mesi fa, reclamava tutte le province ucraine occupate. Oggi si accontenta del Donbass e dell’impegno a tenere fuori l’Ucraina dalla Nato. Oggi più che mai, la resistenza e il sacrificio degli ucraini si confermano l’unico argine al cedimento totale della democrazia alla prepotenza. Ma le cronache dall’Alaska racconteranno un altro film. Finisce la diplomazia, per sua natura multilaterale, e prende forma una realpolitik muscolare che fissa le nuove regole. Quindi, legittima le annessioni, i colpi di forza, la manipolazione delle economie (dazi, ma anche sanzioni o blocchi degli scambi). Trump porta al vertice la sua idea fissa: gli alleati non sono più partner di valori alti e di un modello di governo, ma semplice merce di scambio. Putin porta invece il suo manuale neo-zarista, dove la pace è l’esito del primato delle armi, con il mondo occidentale che gli cede pezzi dell’antico impero.

L’Europa schiava del non dispiacere a Washington

Diciamo la verità: oggi la nostra tentazione è il piccolo cabotaggio. Visto che l’Europa e Zelensky non possono certo ribaltare una sconfitta epocale in quattro giorni, accontentiamoci del passo avanti verso la fine della guerra. Ma fermarsi qui sarebbe firmare il suicidio. La politica continentale è stanca, divisa, vittima della tempesta perfetta di chi ha la ragione ma non più la forza. Mentre le forze antisistema crescono a forza di slogan e infiltrazioni, l’unica strada è ricostruire tutto. Come dopo una guerra persa. Se l’Europa vuol tornare davvero a contare, deve trasformare Ferragosto 2025 in un contro-vertice permanente che sfoci al più presto in una sorta di nuovo piano-Draghi. 1) Difesa comune integrata e con comando unificato. 2) Fondo europeo di investimenti strategici per sottrarsi ai ricatti economici di USA, Russia e Cina. 3) Embargo automatico e sanzioni vincolanti per chi viola diritti umani e sovranità. In generale, serve una politica estera che segua la strada della recente dichiarazione congiunta, non a caso bollata come “nazista” da un inferocito Putin. Il contrario degli sterili e tormentati comunicati stampa per non dispiacere a Washington.

Occorre fare un salto in avanti anche sul significato di democrazia. Non un optional di lusso, ma l’aspirazione di miliardi di persone imprigionate nelle dittature politiche, religiose o militari. È questa l’unica moneta vera delle nostre relazioni e del nostro futuro. L’Europa libera del 1945 è nata per impedire che la legge del più forte fosse ancora la regola. Se non sapremo raccontare perché la libertà vale più dei diktat, saremo irrilevanti non per mancanza di armi ma perché non avremo più un posto nella storia.