La riflessione alla quale si dedica questa settimana PQM non poteva cogliere migliore occasione di quella offerta dall’ampio documento di analisi del Decreto Sicurezza licenziato in queste ultime settimane dall’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, per di più in concomitanza con una Assemblea Generale dei magistrati della Corte e del documento da essa deliberato. Infatti, chi scrive condivide in larghissima parte il merito delle valutazioni critiche licenziate dal Massimario su quel Decreto Sicurezza, al quale d’altronde questo piccolo inserto aveva dedicato ben due numeri, anticipando – con gli interventi approfonditi di tanti autorevoli giuristi – molte di quelle censure.
La Politica, more solito, strepita solo quando le critiche riguardano le proprie scelte legislative, e applaude quando invece riguardano quelle dei propri avversari, senza cogliere la vera questione, che è invece di metodo, anzi in questo caso di sistema, ed è la seguente: l’Ufficio del Massimario ha tra i suoi compiti quello di licenziare analisi così approfondite e minute di provvedimenti legislativi appena approvati, per di più anche molto prima (come nel caso del Decreto Sicurezza) che di essi la Corte di Cassazione dovrà ragionevolmente occuparsi nell’esercizio della propria funzione giurisdizionale? Quale norma regolamentare o delibera presidenziale gli attribuisce questa funzione?
Il Professor Giuliano Scarselli (che è un processual-civilista, sottolineo) si occupa magistralmente della questione oggi su PQM, perciò non aggiungo altro se non invitandovi caldamente ad una attenta lettura della sua analisi. Mi limito a dire che non è questa certo la prima volta che quel prestigioso Ufficio abbia licenziato documenti analoghi (sulla riforma Cartabia, sulla riforma del diritto di Famiglia, ad esempio), ma la domanda sulla legittimazione normativa di tale attività merita a maggior ragione una risposta chiara. Perché l’Ufficio del Massimario già di per sé svolge una funzione di enorme incidenza sulla giurisdizione, selezionando (ed anche qui ci sarebbe tanto da discutere) le sentenze da massimare e quelle da non massimare, così consolidando indirizzi giurisprudenziali destinati a costituire “precedenti” fortemente orientativi, come tutti possono comprendere, della giurisdizione nei gradi di merito. Dunque, è difficile immaginare che i giudici di merito, chiamati da subito ad applicare, nella propria assoluta sovranità, autonomia ed indipendenza di giudizio, le norme analizzate e commentate dal Massimario, non avvertiranno la autorevolezza condizionante di quella analisi: l’indipendenza (non solo esterna, ma anche interna) del giudice non può essere un valore reclamato a corrente alternata.
Il tema è affascinante e non può né deve essere liquidato con una alzata di spalle, tanto più che in questo caso il documento del Massimario è stato licenziato pressoché contestualmente alla celebrazione dell’Assemblea Generale dei magistrati della Corte, che ha licenziato un documento esplicitamente rivendicativo verso Parlamento e Governo di un proprio ruolo consultivo preventivo su leggi in qualche modo coinvolgenti funzioni e magistero della Corte, con esplicite richieste di interventi normativi (per esempio, su una fortissima restrizione della abilitazione forense al patrocinio innanzi alla Corte). Una delibera assembleare non a caso stigmatizzata da una ferma ed acuminata presa di posizione dell’Unione delle Camere Penali Italiane (leggi in quarta pagina), che parla senza mezzi termini di una auto-attribuzione di poteri non previsti dalla legge, destinata ad alterare l’equilibrio tra poteri dello Stato.
Il tema è delicato e complesso, mentre nessuno mette qui in discussione il ruolo primario e vitale, nel nostro ordinamento, della Corte di Cassazione; un ruolo, tuttavia, che è innanzitutto e soprattutto quello di giudice della legittimità dei singoli giudizi di merito che giungono al suo vaglio. La domanda dunque è legittima, così come è legittimo attendersi, all’esito di un’adeguata riflessione comune, una risposta possibilmente rassicurante: cosa sta accadendo in Corte di Cassazione? Buona lettura.
