Regionali Toscana, Calenda a Renzi: “Siamo in Parlamento non per il programma della Taverna”. L’ex premier: “Meno tweet, più voti, se loro prendono 10% e noi l’1%…”

Nella foto da sinistra verso destra Carlo Calenda, Matteo Renzi Milano - Italia - Cronaca Venerdì, 06 Giugno, 2025 (Foto di Marco Ottico/Lapresse) Two States Two Peoples One Destiny Milan - Italy - News Friday, 06 June, 2025 (Photo by Marco Ottico/Lapresse)

Prima Luigi Marattin contro l’Armata Brancaleone di demagoghi e populisti messa insieme da Pd e Movimento 5 Stelle, con Elly Schlein che accetta le regole di Giuseppe Conte costringendo il governatore uscente Eugenio Giani ad inchinarsi a Paola Taverna, l’ex parlamentare grillina oggi vicepresidente del fu partito di Beppe Grillo. Inchino in nome del “3-4%” dei voti in più e di un sacrificio necessario in vista delle elezioni politiche del 2027. Poi Carlo Calenda, leader di Azione che condanna senza mezzi termini quanto avvenuto nei giorni scorsi in Toscana in vista delle elezioni regionali, annunciando un possibile passo indietro: “Se il programma di governo della Regione lo decide la Taverna noi non ci saremo”.

Calenda chiama Renzi: “Siamo in Parlamento non per il programma della Taverna”

Cresce la tensione, politica, nell’area dei centristi alla vigilia delle campagna elettorali per le elezioni regionali nella Marche, in Val d’Aosta, in Calabria, in Puglia, in Veneto e in Campania.  Calenda non ci sta: “Giani ha firmato un accordo con il M5S che prevede assurdità, redditi di cittadinanza, il no alle infrastrutture. Nessuno di questi punti è stato discusso o negoziato con Azione“. L’ex ministro chiama in causa anche Matteo Renzi: “Il terzo polo ha fatto la campagna elettorale per il rigassificatore di Piombino e contro il reddito di cittadinanza. ⁦Caro ⁦Renzi⁩ siamo in Parlamento perché gli elettori hanno votato questo programma non quello della Taverna. Ad ⁦Azione⁩ tanto basta”. Poi allarga la riflessione: “In generale il dibattito su queste elezioni regionali nulla ha a che fare con ciò che serve alle regioni. Assistiamo a scambi di posti, negoziati che cancellano infrastrutture e erogano sussidi a pioggia insostenibili, discussioni infinite sul numero di mandati, collocazioni per figli e personale politico, assurde pretese di candidature e ricandidature (Puglia). Tutto ciò è ributtante e conferma che c’è qualcosa di profondamente malato nel sistema del regionalismo italiano”.

Renzi sposa il campo largo: “Così centrosinistra si regala a radicali e Paese a Meloni”

Il messaggio di Calenda a Renzi arriva dopo la presa di posizione del leader di Italia Viva che nella sua e-news ha ribadito la sua presenza nel campo largo. “Ricevo email di persone con il mal di pancia per gli accordi che vengono fatti anche con la sinistra radicale e i Cinque Stelle. Voglio essere molto chiaro, cari amici. Se crediamo nel bipolarismo – osserva Renzi – è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee. Dall’altra parte, del resto, ci sono Vannacci, leghisti e complottisti vari NoVax lollobrigidiani: sono le regole del bipolarismo”. Anche perché, incalza l’ex premier, “chi abbandona il campo per la presenza di Cinque Stelle e AVS regala il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida. È chiaro adesso perché insisto sul fatto che noi siamo decisivi? Se noi facciamo un bel risultato riequilibriamo la coalizione e vinciamo le elezioni. Se noi andiamo male la coalizione scivola a sinistra e perdiamo le elezioni. Tocca a noi. La differenza la fanno i voti, non i tweet”.

“Se 5 Stelle e sinistra radicale prendono 10% e noi l’1%, il problema è nostro”

Forse per paura di equivoci, Renzi ribadisce ulteriormente la sua strategia: “Capisco molto bene chi dice: eh ma rischiamo di annacquare il profilo riformista. Di non contare dentro il centrosinistra. Sì, è un rischio reale. Ma il modo per non farsi “annacquare”, amici cari, è solo uno: prendere i voti. Lo dico a chi su Twitter annuncia sfaceli, a chi sui social promette rivoluzioni, a chi nelle chat grida il proprio disgusto.
Se volete incidere, in democrazia, un tweet in meno e un voto in più. Un post in meno e un candidato che prenda voti in più. Uno sfogo in meno e una telefonata all’amico incerto in più. Ve la dico ancora più chiara, gli equilibri della coalizione dipendono dai voti, non dalle chiacchiere. Se – spiega – i Cinque Stelle e la sinistra radicale prendono il 10% e noi prendiamo l’1%, il problema è nostro, non loro. Se invece riusciamo a fare un buon risultato (come faremo, ne sono certo, non solo in Calabria e Toscana), allora la Tenda riformista diventa credibile. E decisiva per la vittoria alle Politiche”.

Tenda Riformista che – per Renzi -che è forte e credibile “perché quando abbiamo portato il nostro contributo abbiamo fatto la differenza (pensate solo alla differenza nelle elezioni a Genova dopo le regionali in Liguria). Ma adesso ci sono da fare due cose: eleggere consiglieri regionali decisivi e portare le idee dalla Leopolda al Paese”. Leopolda che si terrà dal 3 al 5 ottobre a Firenze. “Questa è la prima Leopolda che facciamo dopo l’assoluzione nel processo OPEN: siamo stati anni indagati solo per aver organizzato la Leopolda. Sarà bellissimo tornare nei luoghi del (NON) delitto e dire a voce alta che fare politica non è reato e che chi pensava di fermarci per via giudiziaria ha perso”. aggiunge.