Regionali Toscana, Mazzeo: “Il nostro modello di welfare è avanzato ma preoccupa livello disinteresse degli elettori”

Con la campagna elettorale agli sgoccioli, il presidente uscente del Consiglio regionale della Toscana e candidato per il Pd nel collegio di Pisa, Antonio Mazzeo, interviene sui temi più divisivi di questa corsa al voto.

Dopo le sconfitte nelle Marche e in Calabria, il centrosinistra è chiamato a rispondere in Toscana. Nella regione il centrodestra governa in 7 capoluoghi su 10, ma i sondaggi sorridono a Giani. La roccaforte rossa resisterà? Qual è l’impressione che sta avendo in questa campagna elettorale?
«È stata una campagna elettorale molto breve, ma che ci ha visti impegnati per un progetto concreto. Le alleanze servono non tanto per vincere le elezioni ma per poi governare. Penso che i cittadini, quando ci sono proposte alternative credibili come quella che mettiamo in campo ad esempio nella sanità, andranno a scegliere la soluzione migliore. Credo che si possa andare in continuità con il lavoro di questi anni. L’unica cosa che mi preoccupa un po’ è il livello di disinteresse degli elettori. Anche in Toscana l’affluenza al voto potrebbe non essere altissima».

Tra le questioni che hanno fatto dibattere troviamo la sanità. Il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi ha fatto riferimento alla presenza di un buco strutturale nel sistema regionale, menzionando che il 51% dei toscani sia stato costretto a rivolgersi alla sanità privata. Come risponde?
«Chiedo a Tomasi di incontrare insieme a noi il ministro Schillaci. Da un anno e mezzo abbiamo approvato una proposta di legge, uniti ad altre quattro regioni italiane, in cui chiediamo al governo di finanziare almeno con il 7,5% del PIL la sanità pubblica. Questo esecutivo ha deciso di continuare a definanziarla, perché è interessato a promuovere un modello come quello lombardo e quello veneto, che mette in crisi chi non ha la possibilità economica di accedere alle cure. Detto questo, possiamo e dobbiamo migliorare su alcuni aspetti organizzativi come le liste d’attesa e la gestione dei pronto soccorso».

C’è un altro problema che rimane. Nonostante l’aspettativa di vita in Toscana sia alta, le nascite diminuiscono. Il centrodestra denuncia l’assenza di politiche adeguate. Quali iniziative proponete in questa direzione?
«Il nostro modello di welfare intanto è un modello avanzato. Abbiamo dato la possibilità alle famiglie con reddito Isee inferiore ai 40mila euro di poter accedere gratuitamente all’asilo nido. Oggi abbiamo poi la necessità di invertire la tendenza sulla denatalità. Dobbiamo costruire le condizioni per cui ogni persona possa costruire una famiglia con speranza verso il futuro. Se non invertiamo questa tendenza non riusciremo a mantenere un sistema di welfare come quello di cui godiamo adesso».

Mettendo da parte il welfare, c’è un punto su cui la Toscana dimostra di aver ancora della strada da fare. Mi riferisco alla lotta alla criminalità. Prendiamo l’esempio di Firenze, seconda in Italia per reati in rapporto alla popolazione
«La sicurezza non si garantisce a colpi di slogan, ma con presenza, prevenzione e investimenti. Chi amministra deve garantire questo diritto con i fatti. Da due anni e mezzo al governo delle principali città della Toscana c’è il centrodestra. Io vivo a Pisa. Oggi è diventata una città invivibile. La domanda la vorrei porre al governo nazionale. Serve un governo che smetta di tagliare fondi a comuni e forze dell’ordine e che investa davvero sulla sicurezza delle persone. Non sui Cpr, che sono strutture costose, inefficaci, che non hanno mai reso più sicura nessuna città. Sicurezza e solidarietà sono due facce della stessa medaglia».

Parlando di turismo, la Toscana è ancora alle prese con sovraffollamento e affitti brevi. La legge regionale che avevate approvato era stata impugnata dal governo. Quali prospettive offrite al settore?
«Pensiamo che per i centri urbani sia quanto mai necessario tornare a parlare di diritto alla casa. Il cuore delle città è cambiato molto, gli affitti hanno prezzi improponibili. Dobbiamo trovare una formula che permetta ai turisti di vivere fino in fondo la nostra regione. Dispiace che il governo abbia impugnato la nostra legge, così come quella sul fine vita. Penso che questo non sia un rapporto di leale collaborazione tra enti di livello differente. Se c’è qualcosa di giusto e di corretto non ha senso impugnarlo per una battaglia politica, ma credo debba essere data la possibilità a chi legifera di fornire risposte alle proprie comunità».