“Ricchi con duemila euro al mese di stipendio”: il Pd ha smarrito la strada

ELLY SCHLEIN SEGRETARIA PD, MAURIZIO LANDINI SG CGIL

Ormai mi sembra che la destra sappia benissimo dove andare e come mantenere la strada. E i sondaggi, che di volta in volta si ripetono nei mesi parlano chiaro: Meloni in testa. La sinistra, invece, dà quasi l’impressione di non aver alcuna idea della direzione da seguire. E su tutti il maggior partito è quello che pare più fragile. La sciocchezza contro i ricchi che guadagnano 2mila euro al mese è veramente il fondo.

“Ricchi con duemila euro al mese di stipendio”

Eppure il Paese non ha davanti a sé un futuro roseo. La scarsa natalità non potrà mantenere una nazione di vecchi. Servirebbe una politica migratoria responsabile, in cui si persegue e si espelle chi arriva illegalmente e vive di microcrimini, e in cui si spalancano le porte alla migrazione qualificata e volenterosa di arricchire la propria condizione economica e sociale insieme a quella del Paese. Anche per questo servirebbe un sistema giudiziario che funziona. Viviamo margini di scolarità ridotta, con una formazione spesso inadeguata. E al tempo stesso la fragilità della formazione scientifica in Italia crea una distanza ragguardevole con altri Paesi europei. In questa prospettiva si iscrive il declino della grande industria. I salari bassi, per cui il provvedimento del governo immesso nella Finanziaria è soltanto una briciola se paragonato al livello dei salari francesi, tedeschi, olandesi, rendono ancora più insicura la percezione sociale individuale e comunitaria. E la sinistra che fa? Che fa il PD? Spesso si appiattisce su slogan maturati altrove, che altri sanno manipolare meglio.

Le criticità del PD

Nel PD dicono che è l’unico partito a non essere un partito personale ma evidentemente è solo un problema di fattore di scala. Il PD non è un partito personale, perché è tanti partiti personali. Uno per ciascun capobastone territoriale. Questo partito è una sorta di franchising che concede il brand a tanti “piccoli imprenditori della politica”, preoccupati (non sempre ma spesso) solo del proprio interesse e della propria poltrona maturata localmente. Ultimamente poi gli interessi ideali di prospettiva internazionale hanno preso il sopravvento sugli interessi in difesa del popolo e della classe media. Questi interessi anti-pragmatici, oltre a non avere alcuna influenza politica, assumono soltanto un valore testimoniale. Come una sorta di moralismo religioso.

In questo sempre più eclatante scollamento dai territori e dalla realtà, con l’aberrante uscita dei ricchi con 2mila euro al mese di stipendio, sembra ormai che il partito abbia un problema col senso di realtà. Non è questione di piddini riformisti o radicali. Forse serve una presa di coscienza collettiva che il PD è ormai soltanto una macchina elettorale e non più un partito che svolge lavoro militante territoriale.