Assicurare stabilità a chi governa, arginare la sfiducia crescente dei cittadini verso le istituzioni e riformare un sistema oggi troppo debole per riformarsi da solo. La Fondazione Luigi Einaudi e Azione hanno presentato lunedì al Senato un disegno di legge costituzionale per eleggere un’Assemblea costituente a cui affidare il compito di modificare in modo organico la seconda parte della Costituzione.

“Basta ‘sbrindellare’ la Carta con interventi spot”, ha detto il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, “in ogni legislatura c’è sempre qualcuno che propone nuove modifiche, pensiamo al premierato, al monocameralismo o alla modifica del quorum per i referendum, ma il risultato è quasi sempre lo stesso: il parlamento non è in grado di procedere”. Allora meglio istituire un’assemblea ad hoc, a quel punto unico soggetto autorizzato a riformare la Costituzione durante il suo periodo di attività.

I nuovi costituenti

La proposta darebbe mandato ai nuovi “Padri costituenti” di elaborare un testo di riforma che, una volta approvato, sarebbe sottoposto a referendum confermativo. Cento membri, si legge nel testo, eletti con sistema proporzionale tra i cittadini con almeno 25 anni di età, che restano in carica per dodici mesi prorogabili, una sola volta, di altri sei. L’eventuale proroga dovrà essere approvata a maggioranza dei due terzi dei componenti dell’assemblea. Non saranno eleggibili, per incompatibilità, i parlamentari in carica, mentre chi farà parte dell’assemblea non potrà essere immediatamente ricandidabile alle successive elezioni politiche. “Una scelta”, spiega Benedetto, “per incentivare la partecipazione delle personalità più qualificate e, al tempo stesso, scoraggiare candidature forti nel raccogliere preferenze ma culturalmente non credibili per questo genere di impegno”.

L’idea di Fondazione Einaudi

L’idea lanciata dalla Fondazione Einaudi è stata accolta con grande favore da Azione, che l’ha fatta propria. “A parte la separazione delle carriere anche in questa legislatura non ci sarà alcuna riforma costituzionale”, ha detto Carlo Calenda. “Oggi il 36% degli italiani ritiene il sistema democratico incapace di produrre risultati e da questo può nascere un gigantesco pericolo”. Proprio il segretario di Azione si è detto pronto a coinvolgere nell’iniziativa tutti i partiti. “Chiederò a tutte le forze politiche, a cui ho già mandato il disegno di legge, un incontro per illustrare la proposta. Credo sia responsabilità di ciascuno prendere atto che non si può continuare così, le modifiche costituzionali devono diventare oggetto di una discussione strutturale”. Alla conferenza stampa al Senato erano presenti anche il segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini, e i parlamentari di Azione Elena Bonetti e Marco Lombardo. “Nel suo discorso di insediamento”, ha detto Cangini, “il presidente del Senato Ignazio La Russa parlò di riforme necessarie e individuò anche nell’Assemblea costituente lo strumento possibile per raggiungerle. L’attuale inadeguatezza del sistema istituzionale è dimostrata dal fatto che all’insorgere di ogni crisi globale l’Italia ha sempre avuto bisogno di affidarsi a personalità esterne alla politica. L’ultima volta arrivò Mario Draghi a salvarci, la prossima potrebbe arrivare un colonnello ex guardia forestale”.

Marco Cruciani

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