Come ogni anno, tra la corsa ai regali e le luci di Natale, non mancano i momenti di alta tensione nella politica italiana. È attesa il 22 dicembre in Aula al Senato la legge di Bilancio 2026. Manovra che, con un maxiemendamento last minute del Governo, si è arricchita di 3,5 miliardi di euro. La somma, che non andrà a incidere sul debito del Piano di bilancio strutturale, è stata messa “per venire incontro all’enorme mole di richieste delle imprese”, ha dichiarato il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Un paio di novità dell’emendamento, però, hanno fatto sobbalzare la maggioranza. Parliamo dell’ipotesi di modifica alla manovra sulla penalizzazione del riscatto della laurea e dell’estensione della “finestra mobile” per andare in pensione, due fulmini a ciel sereno che hanno causato non pochi malumori a destra e grosse polemiche a sinistra. Per le opposizioni la Manovra è l’ennesimo provvedimento omnibus. A fronte dell’emendamento, la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, è andata subito all’attacco, “dovevate abolire la Fornero invece state allungando l’età pensionabile a tutti”; la CGIL, Alleanza Verdi e Sinistra, il Movimento Cinque Stelle, tutti hanno accusato la maggioranza di non aver una linea politica e di esser nel caos. Ma alla fine, è stato proprio il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a mettere un punto alle polemiche, annunciando la correzione delle misure più critiche introdotte dalla mano invisibile del MEF. Nella giornata di ieri sono state depositate le proposte di modifica all’emendamento del governo che ha previsto una stretta sulle pensioni, e non solo dalla Lega, ma da tutta la maggioranza.
Se le acque sembrano essersi momentaneamente placate sulla Manovra, un’altra spinosa questione – quella del Mercosur – infiamma la politica nazionale ed europea. Mentre è in corso l’ultimo Consiglio europeo del 2025, gli agricoltori di tutta Europa marciano con i loro trattori su Bruxelles. Domani il fatidico giorno in cui dovrebbe esser firmata l’intesa tra UE e il blocco commerciale Sudamericano. Il presidente brasiliano Lula ha lanciato l’ultimatum: “sono 26 anni che aspettiamo questo accordo”, o si firma ora o mai più. Poi sente Meloni al telefono: “Chiede tempo ma non è contraria a Mercosur”.
Alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen occorre il sì dei 27 leader europei per siglare l’accordo, ma l’asse di chi è a favore del rinvio è sempre più corposo. L’ago della bilancia è proprio l’Italia, sempre più allineata sulle posizioni francesi. Lo ha ribadito Meloni alla Camera, l’Italia non intende opporsi all’Accordo né tantomeno bloccarlo ma chiede l’inserimento di “adeguate garanzie di reciprocità” per il settore agricolo. Al prevertice del PPE, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato le problematicità, ma ha anche detto che “l’Italia è pronta a sostenere il Mercosur” una volta risolte. Oggi le conclusioni del Consiglio europeo, cosa accadrà? “Lo scopriremo solo vivendo”, cantava Battisti.
