Creò l’ideologia dell’antigiornalismo: non parlate ai giornalisti. Guai a chi va in televisione. Guai a chi parla, pensa, discute. Il movimento è come Scientology, ha le sue regole, sue di Grillo e di quelli della piattaforma in disparte. In suo nome è stato creato il terrorismo parlamentare: siete dei beneficati, non sarete mai più rieletti, dovete mollare quel che guadagnate. Ha cercato di sottoporre la natura umana a una prova da stress che si è conclusa in uno spettacolo ridicolo e, quello sì, risibile, se ci fosse da ridere. Certo, la legislatura va avanti e finché la barca va, la capra campa. Ma il comico non c’è più. E il politico non c’è mai stato. La sua visionarietà è scomparsa persino in teatro. Manca soltanto una mesta fanfara felliniana che giri intorno alla sua casa marina suonando le note più clownesche di Nino Rota, dei pagliacci che piangono e della donna cannone con le caviglie gonfie.
Ritratto di Beppe Grillo: comico che non c’è più, politico che non c’è mai stato
