Il valore delle sconfitte La Luxemburg già in Riforma sociale o rivoluzione?, già nel suo potente esordio ci offre la trama di un antidoto contro le culture apologetiche il quale, nello sviluppo del suo pensiero e della sua praxis, lo diventerà anche nei confronti di quelle loro forme più direttamente politiche che sono il parlamentarismo e il riformismo. Si capisce perché di lei sia stato detto che “abbia prolungato l’opera della sua vita (di Marx)”. Rosa fa vivere, nella sua opera, tutta l’ambiguità della storia, il suo esito non predeterminato. Nel complesso, tormentato processo rivoluzionario, quello fatto di vittorie e di disfatte, di avanzamenti e di ripiegamento, quello costituitosi spontaneamente, solo la lotta di classe, la lotta diretta delle lavoratrici e dei lavoratori, può far scaturire, dalla oggettività dei contradditori processi del capitalismo, gli elementi della nuova società; solo, cioè, la lotta di classe, il processo rivoluzionario possono realizzare l’impresa altrimenti impossibile, l’impresa più alta della politica, il completo rovesciamento dei rapporti sociali. La spontaneità occupa un posto di assoluto rilievo nell’elaborazione della grande rivoluzionaria. Ma cos’è la spontaneità nella Luxemburg? Non è ciò che accade imprevedibilmente o, almeno, non è solo questo. L’imprevisto è, certamente, un fattore importante nella storia, tanto più se si legge tutta l’ambiguità che è compresa nello sviluppo capitalistico. Ma la spontaneità che diventa il motore del movimento è, anche, ben altro. È, soprattutto, l’accumulo di esperienze di lotta e del formarsi di una coscienza collettiva, la coscienza di classe. Lo dicono, meglio di altro, le sue parole, parole scritte dopo una sconfitta, una sorte di lascito rivoluzionario. Lo scrive in Malgrado tutto, dopo che Spartacus ha perso, drammaticamente. “Spartacus ha vinto! Si, gli operai rivoluzionari di Berlino sono stati vinti! Si, centinaia di migliaia di essi sono stati uccisi! Si, centinaia tra i più fedeli sono stati gettati in prigione!… Si, essi sono stati vinti? Era una necessità storica che lo fossero. Perché non era ancora giunto il tempo. E tuttavia la lotta era inevitabile...Ma ci sono sconfitte che sono vittorie e vittorie più fatali di sconfitte...I vinti di oggi saranno i vincitori di domani. Perché la sconfitta è per essi un insegnamento. Il proletariato tedesco manca ancora di tradizioni e di esperienze rivoluzionarie. È solo grazie ai tentennamenti, agli errori giovanili, agli scacchi dolorosi, che si può acquistare l’esperienza che garantisce il successo futuro. Per le forze viventi della rivoluzione sociale, il cui aumento ininterrotto è la legge dello sviluppo sociale, una sconfitta costituisce uno stimolo. Ed è tramite le sconfitte che il loro cammino conduce alla vittoria”. Si potrebbe dire la nostalgia dei giusti vinti.
Ritratto di Rosa Luxemburg, il suo pensiero eretico è ancora attualissimo
