L’ondata di calore denominata Caronte ha piegato la Capitale, anche dal punto di vista sanitario. A Roma l’anticiclone ha avuto una durata assai lunga, di ben 18 giorni, che è andata a sovrapporsi alla elevata umidità, con effetti anche letali.
Le temperature che hanno superato i 40 gradi hanno fatto registrare in città un notevole incremento di accessi nei Pronto soccorso, da parte degli over-65. Non solo: si sono registrati anche picchi di mortalità negli stessi giorni di ondata di calore.
Sono questi i dati forniti dal Rapporto stilato dal Ministero della Salute sui primi 21 giorni del luglio più caldo di sempre.
Secondo il Rapporto, sono state Roma e Rieti e due città del nostro Paese che hanno subito la più lunga ondata di calore, una cappa di afa lunga quasi 3 settimane.
“Le condizioni di rischio si sono protratte dall’8 luglio fino al 24-25 luglio, con una durata dell’ondata di 18 giorni a Roma e Rieti, e a 14-15 giorni nelle altre città”, afferma il Rapporto del Ministero.
Umidità alle stelle per quanto riguarda Roma, ma non solo, certifica il Rapporto: “In alcune città del Nord (Brescia, Verona, Venezia, Trieste) e del centro-Sud (Civitavecchia, Roma, Messina, Palermo) le temperature eccezionali sono state associate ad una elevata umidità”.
Il Rapporto indica anche il Sistema di Sorveglianza della mortalità giornaliera, strumento di monitoraggio degli impatti sulla salute associati agli eventi estremi, nato in collaborazione con gli Uffici di Stato Civile di 51 città italiane. Nel comune di Roma, nonché in altri 3 del Lazio, sono stati registrati aumenti del numero dei morti nei giorni più infuocati.
“I grafici dell’andamento della temperatura e della mortalità giornaliera evidenziano tra le città del Nord solo a Bolzano e Verona picchi di mortalità in concomitanza dei giorni di ondata di calore. Al Centro-Sud, invece, in molte città (Perugia, Rieti, Civitavecchia, Roma, Latina, Pescara, Campobasso, Napoli, Bari, Palermo e Catania) si osserva un incremento della mortalità associata ai giorni di ondata di calore, evidente soprattutto nella fascia di età 85+”, afferma il Rapporto in conclusione.
