Rosato e il feeling Azione-Forza Italia: “Alla convention gli azzurri applaudivano quando venivano attaccati Vannacci e Salvini. Serve maggioranza anti-Putin”

Ettore Rosato, già vicepresidente della Camera dei Deputati e oggi vicesegretario di Azione, è uomo di dialogo. Abituato ai tavoli istituzionali, guarda al futuro con una convinzione: rompere il bipolarismo è l’unica via per salvare il Paese dalla paralisi.

Bella accoglienza quella di Calenda alla convention dei giovani di Forza Italia a San Benedetto del Tronto.
«Devo dire che un’ottima accoglienza, ma non era formale: era sui contenuti e sulla condivisione dei contenuti».

Ma questo che cosa indica? C’è una prospettiva di dialogo tra Azione e Forza Italia?
«Indica che su molte questioni c’è sintonia di vedute. Su una però non c’è accordo: la loro coesistenza con forze di governo che la pensano in modo diametralmente opposto, sia a noi che a loro. Non a caso applaudivano quando venivano attaccati Vannacci e Salvini. Con grande rispetto verso Forza Italia, capisco la loro lunga storia di coalizione, ma oggi il contesto internazionale è cambiato: stare insieme a personaggi dichiaratamente filoputiniani è intollerabile».

Questa sintonia riguarda anche Fratelli d’Italia e una parte del PD?
«Sì, è evidente che ci sia una visione comune anche con Fratelli d’Italia. E con un pezzo del PD, quello riformista, molto silenzioso, ma che si è espresso con tre voti contro la mozione M5S e Avs in Aula. Poi però bisogna essere coraggiosi e conseguenti. La mancanza di un documento unitario di maggioranza sul riarmo e sul sostegno all’Ucraina, per il veto della Lega, spiega bene le difficoltà in cui si trovano».

Si può governare insieme in politica interna essendo divisi sulla politica estera?
«Oggi mi sembra molto, molto difficile. Si può far finta di niente, come di fatto fanno, ma una collocazione solida dell’Italia richiede una maggioranza solida su questi temi. Il futuro potrebbe essere più facile, ma potrebbe anche complicarsi. E il nostro nemico è Putin: non si può essere accondiscendenti con il nemico».

Vale anche per il centrosinistra. Non so come potrebbe finire il loro primo Consiglio dei ministri…
«Certamente, vale anche per loro. Glielo dico io come finirebbe: tra approvazione del reddito di cittadinanza, blocco degli investimenti energetici e stop al sostegno all’Ucraina, il menù mi appare già abbastanza chiaro per dire: speriamo che non accada».

Con quale prospettiva guarda al futuro, Azione?
«C’è un’unica prospettiva efficace: rompere il bipolarismo. Bisogna avere il coraggio di dire che una proposta di centro deve essere attrattiva, realistica, capace di spaccare i due poli. Il nostro impegno è questo. Vedremo quale legge elettorale presenterà la maggioranza, ma siamo convinti che questa sia la strada giusta, non per noi, ma per il Paese. Potremmo essere lusingati sia da destra che da sinistra, ma non è quello che ci interessa».

Tornando al punto di partenza: l’interlocuzione con parti del centrodestra può portare a frutti importanti?
«Assolutamente sì. Così come con chiunque si ritrovi in una scelta europeista, filoatlantista e rigorosa nel sostegno all’Ucraina. E anche sulle politiche interne serve coraggio: non si può buttare via denaro pubblico con scelte demagogiche. Penso ai tre miliardi spesi per rinviare di tre mesi la pensione a qualche decina di migliaia di persone: una follia che danneggia i nostri figli e nipoti, che oggi non protestano perché non hanno voce».

Giorgetti si è fatto sentire proprio sull’inammissibilità di risorse aggiuntive sulle pensioni, in un esercizio di realismo. Si sta spaccando anche la Lega?
«Giorgetti è un ottimo ministro, queste cose le denuncia da sempre. Se i conti sono in ordine con questo governo, ed è giusto riconoscerlo, è anche perché Giorgetti lascia parlare ma non lascia fare».