“Attenti a non esagerare, non fate gli ultrà”. Sabino Cassese, uno dei nomi più ricorrenti nelle trattative tra i partiti per il Quirinale, risponde scherzosamente al Riformista. Gli diamo conto di una dichiarazione di Giorgia Meloni che lo sostiene. Salvini si sarebbe detto d’accordo. “Mi sostengono con forza? Non so se sia un bene”, risponde per alleggerire con una battuta. Sul suo nome rimane una significativa convergenza, anche il Pd non esclude di votarlo mentre Silvia Fregolent, di Italia Viva, si espone: “Sarebbe un Presidente eccezionale”. E Carlo Calenda conferma al Riformista: “Sì che lo voterei”. Il giurista non si lascia andare a facili entusiasmi, tutt’altro.
“Come vivo questo momento? Cerco di lavorare, ma mi telefonano in tanti. E cerco di lavorare tra una telefonata e l’altra”. Sorpreso? “Non tanto”, chiosa con un sorriso il giurista. Ricorda al telefono con noi (audio integrale qui) quella volta in cui venne chiamato a fare il ministro. Governo Ciampi, 1993. “Ero a cena fuori, non ne sapevo niente. Alle 23 iniziano a telefonarmi tutti, credetti fossero impazziti: avranno scambiato la notte per il giorno? Poi capii che ero stato eletto”. Ma per oggi, invita alla cautela. “Aspettiamo, aspettiamo”. La prima cosa da Presidente? “Una passeggiata”. E un arrivederci: “Sentiamoci quando sarà finita, così le dico cosa penso del neopresidente”. Forse si conoscono bene.
