Sala resiste alla tempesta: “Io ci sono”. Poi il j’accuse contro la fuga di notizie. E Tancredi si dimette

Assessore Giancarlo Tancredi e Giuseppe Sala alla Seduta del Consiglio Comunale - Milano, 21 Luglio 2025 (Foto Claudio Furlan/Lapresse) City Council meeting - Milan, July 21, 2025 (Photo Claudio Furlan/Lapresse)

Una giornata drammatica, quella di ieri in Consiglio comunale a Milano. Con il sindaco Beppe Sala che, indagato nell’inchiesta urbanistica che ha portato alla richiesta di arresto per il suo assessore Giancarlo Tancredi, ha scelto la via dell’orgoglio e della resistenza. “Se su queste basi la maggioranza che mi sostiene c’è, e c’è coraggiosamente, con responsabilità e cuore in antitesi a credere, obbedire e combattere, io ci sono. Io ci sono con tutta la passione, con tutta la voglia, con tutto l’amore per questa città di cui sono capace”, ha dichiarato il primo cittadino davanti a un’aula tesa e divisa.

Sala, non solo difesa

Ma Sala non si è limitato a difendersi. Ha attaccato duramente il metodo della Procura: “Mi chiedo, essendo la magistratura l’unico organo preposto alla comunicazione di questi atti, perché questa informazione è stata divulgata ai media? E chiedo a voi, colleghi politici, se ciò continua a starvi bene”. Un j’accuse forte, contro le fughe di notizie. “Trovo allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato”, ha ribadito. Il cuore della difesa di Sala sta però nel rivendicare il modello Milano: “La velocità a cui corre Milano ha bisogno di correzioni continue. E non tutto ciò che abbiamo tentato ha il crisma della perfezione. Ma dobbiamo osservare la traiettoria storica che Milano ha preso sotto le tre sindacature di centro-sinistra”. E ancora: “Mai nulla è stato risparmiato per equilibrare il tema dello sviluppo economico con la crescita di servizi pubblici. Negli ultimi quattro anni abbiamo speso un miliardo di euro in servizi sociali”. Parole forti anche sulla rigenerazione urbana, al centro dell’inchiesta: “Come possiamo guadagnare più spazio per la socialità, per il verde, per la rivitalizzazione della città, se non delegando alla verticalità funzioni dell’abitare e del lavoro?”. Il sindaco ha citato Legambiente che riconosce come Milano abbia prodotto risultati migliori delle altre città sul consumo di suolo proprio grazie alla rigenerazione urbana.

Le dimissioni di Tancredi

Amarissimo l’intervento con il quale l’assessore Tancredi ha rassegnato le dimissioni: “È stata un’esperienza che chiudo in modo infelice, ma che ho vissuto con entusiasmo. La mia coscienza è pulita, ho prestato la mia opera con passione, impegno, rispetto per tutte e tutti”. Ma non ha risparmiato critiche alla sua stessa maggioranza: “Sono sconfortato e molto deluso per quella che in questi giorni è stata la posizione espressa da alcune forze di maggioranza. Ci si è limitati sostanzialmente a chiedere le mie dimissioni, senza avere contezza di quanto sia realmente accaduto”.

Il sostegno del Pd

In mattinata i vertici del Pd milanese avevano concordato il sostegno a Sala e al resto della giunta, blindando il sindaco, attaccato da pezzi del campo largo, Movimento 5 Stelle e Verdi. Beatrice Uguccioni, capogruppo Pd, ha richiamato i casi di Pietro Tatarella e Filippo Penati, “assolti dopo aver visto le loro vite stravolte”, per invocare il garantismo. Ma ha anche ammesso: “Dobbiamo aprire e rilanciare una nuova fase. Sfruttiamo questa bufera per rilanciare la nostra azione amministrativa”. Dall’opposizione, posizioni diverse.

Milano ha bisogno di tutti

La Lega, con il consigliere Verri, ha attaccato frontalmente: “Come può proseguire in una azione piena, di rilancio, con le sfide importanti che ci attendono e con la clava delle inchieste sulla testa, se non avrà autonomia politica? E soprattutto: come potrà contraddire 9 anni di scelte amministrative, come le chiede ora il Pd dopo averle sempre sostenute?”. In area moderata, Forza Italia ha confermato la linea garantista già esibita nei giorni scorsi dal coordinatore regionale Sorte, ma la proposta una proposta fuori dagli schemi è arrivata da Mariangela Padalino (Noi Moderati) che ha lanciato una provocazione: “Milano ha bisogno di tutti. Non è il tempo della destra o della sinistra. Servirebbe un Patto per Milano per sbloccare la città e darle respiro. Un patto per amministrare Milano per i prossimi due anni, tra tutte le forze politiche”.

Il metodo della Procura

Gianmaria Radice (Italia Viva, maggioranza) ha invece puntato decisamente il dito contro il metodo della Procura: “Mi è stato proposto da alcuni giornalisti di avere in mano le pagine dell’ordinanza dei pm. Lore le avevano e le offrivano a me. Tutto questo mi sembra molto grave”.
Una giornata che segna uno spartiacque per l’amministrazione Sala. Il sindaco resiste, ma sa che dovrà cambiare passo: “Dobbiamo far sì che i prossimi sviluppi urbanistici abbiano una sempre maggiore attenzione all’impatto pubblico e ai servizi connessi”. Milano si prepara alle Olimpiadi del 2026 con una ferita aperta. E con la necessità, come ha detto Padalino, di “recuperare il tempo perduto su tutti quei temi, dalla sicurezza al decoro alla vivibilità. Il modello Milano è chiamato a correggersi. Oltre che a resistere alle invasioni di campo della magistratura e dalle derive manettare.