Gli italiani ebrei avevano partecipato eroicamente e anche con larghi contributi al Risorgimento ed avevano combattuto tutte le guerre per la loro patria ed erano stati anche nei governi Mussolini, prima che spaventati, si sentirono indignati e traditi dal capo fascista. Il quale aveva una fidanzata ebrea Margherita Sarfatti ed era pazzo di Sigmund Freud (detestato da Benedetto Croce oltre che da Hitler), il quale si rivolgeva a lui chiamandolo “protettore della civiltà”. Mussolini si vendette i compatrioti ebrei non perché fosse antisemita, ma per pura viltà e opportunismo, non avendo i mezzi per combattere una guerra e piatire la mancia tedesca gettando sul tavolo delle trattative una carrettata di morti e di esclusi. Molto italiano. Questo è il genere di vergogna che portiamo addosso. Anche Salvini è molto italiano. Ha capito di aver rotto le palle con i suoi santini e madonne e bacetti a Gesù bambino come gli avevano consigliato le beghine di paese e ha capito che per fare cassa doveva fare una sola cosa: mettersi all’uscita del cinema Italia e ritirare il consenso degli italiani furiosi per l’immigrazione assenza controllo, e terrorizzata. Fino all’arrivo di Marco Minniti al Viminale, il Pd si era venduto il Paese facendo arrivare i disgraziati africani – peraltro i più ricchi in grado di pagare circa milleseicento euro di biglietto su gommone – e gettarli in pasto alla mafia, alla ‘Ndrangheta e a tutti i piccoli affaristi che potevano stiparli in qualsiasi stalla, scantinato, albergo demolito, nutrendoli – inchiesta del procuratore Gratteri in Calabria – di mangime per maiali arricchito con polivitaminici e assegnando loro cessi in cartongesso che crollavano al quinto sciacquone. Migliaia di italiani si sono fatti la Ferrari e la Lamborghini incassando i sussidi per mettere in recinto gli africani e spacciandosi per buoni, creature angeliche, col sorriso di papa Francisco de las Andes. Gli italiani che si son o visti arrivare in paese migliaia di disperati e incazzati, affamati e pronti a tutto, comunque percepiti come aggressivi, pericolosi e sconosciuti, hanno reagito come reagiscono tutte le macchine umane. Io ricordo che quando andavo a partecipare ai dibattiti televisivi con esponenti del PD, dopo la trasmissione ricevevo da loro le confidenze della disperazione perché sentivano che l’elettorato comunista o di sinistra li stava mollando: “Alle riunioni non dicevamo più con Bersani che c’è una vacca nel corridoio, ma che c’è un Africano”. Il Pdi sotto i governi Renzi e Gentiloni, con la breve parentesi di Minniti che è stato prontamente segato dalla corsa alla segreteria, ha fatto tutto da sé per ingordigia di buonismo peloso e da pronto incasso, mandando in bestia i suoi elettori, guarda i rossi umbri che in casa hanno solo libri Feltrinelli. Son o loro che hanno creato le condizioni perché qualsiasi politico con i piedi per terra e la testa sulle spalle si organizzasse per vendemmiare quel ben di Dio. Così è nato Salvini. Gli sbarchi erano già ridotti dell’ottanta per cento grazie a Minniti (e Macron fece una scenata memorabile in proposito) e Salvini ha potuto soltanto interpretare il ruolo di capitano, più precisamente Capitàn Fracassa. Fermava le navi Ong e si trovava di fronte tutta la sinistra che interpretava il ruolo di “noi siamo i buoni e voi siete i cattivi” e lui, Salvini a perso la battaglia della Diciotti i cui occupanti furono presi in carco dalla Chiesa e subito dispersi nei boschi dei Castelli romani, ha litigato con la capitana tedesca che aveva dalla sua parte tutto il mondo Greta, una potenza mondiale micidiale. Mettendosi all’incasso della reazione di spavento, indignazione e rifiuto istintivo della retorica pro-immigrazione senza controlli e regole, senza garantire un tetto ai nuovi venuti, la sicurezza, la salute, l’istruzione, Salvini ha fatto il pieno. Non un pieno facile, perché ha dovuto capovolgere il nordismo trasformandolo in sovranismo nord-sud-est-ovest-ista, cosa resa sempre più semplice dalla festosa attitudine degli italiani di saltare sul carro del vincitore e soccorrerlo se non ne ha bisogno.
Salvini è come Sordi, più bravo di Bossi ma un po’ stalinista
