San Gennaro c’è, riecco il miracolo laico: il sangue si scoglie “con calma”

Foto di repertorio

San Gennaro c’è. Dopo una intera giornata di preghiere e l’intonazione costante dell’antico canto delle parenti del santo patrono che hanno invocato da questa mattina lo scioglimento del grumo di sangue solido per la cerimonia dedicata al patrocinio della città di Napoli, il ‘miracolo laico‘ è avvenuto “con calma” alle 17.59 di giovedì 16 dicembre.  C’era molta preoccupazione tra i fedeli perché un anno fa il prodigio non era avvenuto.

Eccezionalmente celebrato sull’altare maggiore della Cattedrale napoletana, e non come di consueto nella Cappella a lui dedicata per le norme anti covid, il consueto sventolio del fazzoletto bianco quest’anno è stato affidato al deputato Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, facente parte di una delle più antiche famiglie del patriziato napoletano, e componente della Deputazione della Cappella di San Gennaro.

“San Gennaro, ancora grazie. Proteggi sempre la nostra comunità”. E’ quanto scrive sui socia il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, commentando l’avvenuto prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro, il primo da quando è diventato primo cittadino del capoluogo partenopeo.

Alle 19 la teca con le ampolle del sangue del Santo Patrono di Napoli sono state riposte nella cassaforte d’argento della Cappella. Le celebrazioni del miracolo d’inverno ricordano lo scampato pericolo della città di Napoli dall’eruzione del Vesuvio del 16 dicembre 1631, quando l’esposizione in processione del sangue e del busto del Santo protettore al Ponte dei Granili, fermò il magma che minacciava di distruggere la città.

Il 16 dicembre è previsto il ‘miracolo laico’, il terzo e meno seguito dei tre appuntamenti di San Gennaro con la sua città. E, diversamente dai due precedenti, questa volta il sangue non si e’ sciolto, rimanendo denso e raggrumato nella sua ampolla tutte e due le volte che l’abate della cappella, monsignor Vincenzo De Gregorio, ha tirato fuori la teca dalla cassaforte d’argento. Napoli ha atteso mattina e pomeriggio che il suo patrono concedesse il segno della sua benevolenza, come aveva fatto a maggio e a settembre, le date decisive per le sorti del capoluogo secondo la credenza popolare che da meta’ ‘600 ha consacrato il vescovo martire come il piu’ potente dei suoi 90 e passa santi protettori. “Non possiamo costringere San Gennaro a realizzare i nostri desideri”, ha ricordato De Gregorio questa mattina ai fedeli radunati davanti l’altare del duomo, sede atipica per la celebrazione che in genere si svolge in privato nella cappella del santo dentro la chiesa madre, ma che e’ stata spostata li’ per garantire il distanziamento sociale delle ‘patute’ che implorano con giaculatorie e imprecazioni secolari che ‘faccia gialluta’ mostri il suo favore per la sua gente. E’ il secondo anno che San Gennaro manca l’appuntamento dicembrino.