«Questo socialismo, questa Resistenza e questa continua lotta sono stati lo strumento per vincere in qualche modo il dolore del mondo. Perciò amo di più il tormentato Dostoevskij dello storico e obiettivo Tolstoj». Sandro Pertini fu un uomo “tormentato”: il suo rigore, la sua intransigenza, la sua caparbia religione socialista furono la causa e il lievito di questo “tormento”. Questo nuovo contributo alla figura del “Presidente partigiano” è molto accurato: si tratta di “Una certa idea di socialismo”, a cura di Marzio Breda (decano dei quirinalisti) e dello storico Stefano Caretti (Solferino), dove si insiste appunto sull’invincibile aspetto morale prima ancora che ideologico dell’idea pertiniana di socialismo: che è, in ultima analisi, la grande differenza dei socialisti dai comunisti.
È stato – si è detto spesso e a ragione – il Presidente più amato, ma per molti non quello politicamente e istituzionalmente più attaccato alla formalità dell’Istituzione, forse proprio perché quel “tormento” si manifestava in forme esteriori certamente popolari ma talora eccessivamente esibite. L’uomo era fatto così. Al punto che certe sue manifestazioni vengono additate da taluni come antesignane di un certo tratto antipolitico di tanti decenni dopo: il che è senz’altro un’esagerazione polemica. E tuttavia Pertini all’occorrenza passava sopra non solo le regole del protocollo formale ma anche quelle dell’accortezza istituzionale.
Breda osserva: «Attivo nel partito e in Parlamento, Pertini non è incline ai discorsi barbosi, ai bizantinismi dei negoziati e alla spregiudicatezza di certi compromessi». Specie negli anni del Quirinale ebbe scontri praticamente con tutti. Certo, uno come lui poteva permetterselo, con quel passato. Eroico due volte: Medaglia d’argento per la partecipazione alla Grande guerra, soprattutto Medaglia d’oro per la lotta al fascismo. Figura di eccezionale carisma, Pertini in verità non ebbe mai nel suo Partito socialista un ruolo di primissimo piano, virando a un certo punto sulle grandi responsabilità istituzionali, presidente della Camera e poi della Repubblica. Un grande italiano, comunque la si pensi.
