Se c’è qualcosa che va reso visibile e non nascosto è proprio la violenza domestica che si consuma dentro le mura, spesso senza trovare voce, sbocco, salvezza. Il leader della Lega critica il rapper ma lo fa con argomentazioni inquietanti: se la violenza non si vede è come se andasse bene, come se il problema fosse non raccontarla, non mostrarla. Salvini probabilmente non voleva dire questo, ma il (caro) lapsus freudiano svela un mondo, una cultura, una mentalità che va ancora sconfitta. Junior Cally, con la maschera che ha portato a lungo e che ha deciso ogni tanto di levare, è esattamente l’opposto. Esibisce un problema e non lo nasconde, lo racconta in un modo che, a mio parere, è pericoloso, ma mai come il voler mettere il silenziatore. Il rischio che vedo è questo. Si censura, si mette il bavaglio e si nasconde la polvere (in questo caso da sparo) sotto il tappeto. La violenza contro le donne non si risolve così, a colpi di un politicamente corretto che come dimostra il tweet di Salvini cela una grande ignoranza dei veri problemi. Molto meglio sentire che cosa ha da dire Junior Cally, affrontare la discussione, chiedergli conto delle cose che canta, invece di cacciarlo. Sono tante le contraddizioni che ci sta consegnando questa edizione di Sanremo. L’insistenza di Amadeus sulla bellezza delle sue partner in scena, la frase sulla fidanzata di Valentino Rossi, Francesca Sofia Novello, secondo lui encomiabile perché «sa stare un passo indietro», ora la polemica sul rapper nato a Focene, alle porte di Roma. Attraverso il festival della canzone italiana si definisce un mondo ancora profondamente misogino, in cui sono tante, tantissime, le battaglie che si devono fare per i diritti e la libertà delle donne. Bisogna capire se sia meglio farle a colpi di censura o a colpi di cambiamento, con la punizione o con la cultura, con più libertà di espressione o meno libertà di espressione...
Junior Cally, è un errore chiedere di escluderlo da Sanremo
