Sciolto in Francia un collettivo ambientalista, l’accusa è di eco-terrorismo

Il collettivo ambientalista Les Soulèvements de la Terre, “La rivolta della terra”, accusata di essere un’organizzazione eco-terroristica, è stato sciolto oggi a Parigi con una decisione del Consiglio dei Ministri: l’annuncio è del ministro dell’Interno Gérald Darmanin.

Il ricorso alla violenza non è legittimo nello Stato di diritto ed è questo che viene sanzionato”, ha dichiarato il portavoce del governo, Olivier Véran, all’uscita dal consiglio dei ministri. “Come sottolinea il decreto di scioglimento di “Les soulèvements de la terre” presentato al Consiglio dei Ministri, non vi è alcuna giustificazione per gli atti particolarmente numerosi e violenti richiesti e provocati da questo gruppo”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Gérald Darmanin.

Les Soulèvements de la Terre è un collettivo ecologista francese fondato nel gennaio 2021 che si oppone all’accaparramento delle terre ed all’agroindustria e combatte alcuni progetti di sviluppo, in particolare i mega-bacini idrici, le autostrade o il progetto della linea ad alta velocità Torino-Lione. Ha condotto azioni di disobbedienza civile e di sabotaggio di infrastrutture industriali che considerava inquinanti. Tra gennaio 2021 e marzo 2023, una ventina di azioni sono organizzate dal movimento. Nel dicembre 2022, ad esempio, un centinaio di attivisti mascherati e vestiti con tute bianche sono entrati nella fabbrica del cementificio Lafarge a Bouc-Bel-Air, nelle Bouches-du-Rhône:  l’azione è durata meno di un’ora ma i danni sono stati stimati in 4 milioni di euro. Nel giugno 2023, durante una marcia itinerante nella regione Loira Atlantica  per denunciare l’uso intensivo della sabbia nelle colture e l’orticoltura industriale, sono stati vandalizzati 3.600 metri quadrati di appezzamenti di terreni sperimentali, su cui, da anni, ingegneri impegnati su temi ambientali conducevano sperimentazioni.

A seguito di una manifestazione a Sainte-Soline, nella regione della Nuova Aquitania del 25 marzo 2023, dove vi furono numerosi feriti sia tra i manifestanti che tra le forze dell’ordine, il governo aveva espresso il desiderio di sciogliere il collettivo, accusati di numerosi reati penali tra cui sabotaggio, modalità operative violente e provocazioni alla violenza. Da questa vicenda è nata la decisione di sciogliere il collettivo, che è arrivata oggi.