Prima ipotesi, nel periodo di dodici giorni il faro non si è davvero spento, per poi riaccendersi allo scadere del dodicesimo giorno. Sarebbe complicato giustificare un meccanismo del genere. È più probabile che, semplicemente, venisse oscurato. Non è difficile immaginarlo. Pensiamo di nuovo al faro di marina. Se, per qualche fenomeno atmosferico particolare, calasse una fitta nebbia ogni sedici giorni, che permanesse per i successivi dodici giorni, ecco che tutto coinciderebbe: quattro giorni di lampi visibili e dodici di buio pesto, trascorsi i quali, la nebbia si dirada e i lampi ricompaiono. Sembra avere senso questa ipotesi…ma con due gravi limitazioni. La prima è che segnali cosmici di questo genere tendono a passare attraverso qualunque nebbia, terrestre o galattica che sia. La seconda è che nello spazio non cala la nebbia, perché non ci sono condizioni atmosferiche variabili. Buttiamo tutto? No, non siamo precipitosi. L’idea era promettente, ragioniamoci un po’ su. Servono delle modifiche. Potremmo salvare il modello del faro oscurato, sostituendo alla nebbia una grande massa che si interpone tra il faro e la nave. Ad esempio, un transatlantico, che fa ombra e impedisce la vista del faro. Se il transatlantico prestasse servizio regolare lungo una tratta davanti al faro, e procedendo molto lentamente, le cose tornerebbero! Potreste obiettare: ma nello spazio non ci sono transatlantici, proprio come non c’è nebbia! Vero, ma ci sono oggetti ancora più grandi dei transatlantici. Ad esempio, dalla terra, di solito si osserva la luce del sole nel cielo ma, se la luna si frappone, siamo in condizioni di eclissi e la luce scompare. Non si è mica spento il sole, siamo noi, dal nostro punto di osservazione, che non lo vediamo più! Allo stesso modo, se l’oggetto che emetteva i segnali osservati dal gruppo canadese fosse stato parte di un sistema stellare complesso, sarebbe possibile disegnare una qualche geometria che dia conto dell’oscuramento di dodici giorni. Va bene, concesso, ma questo non spiega perché dall’ottobre 2019 non lo vediamo più. Il motivo, forse, è lo stesso per cui abbiamo iniziato a vederlo nel 2018… Erano gli ultimi sussulti di una stella agonizzante: perché il segnale potesse arrivare fino a noi, a mezzo miliardo di anni luce di distanza, ha dovuto spremersi al limite delle sue facoltà. E quando una stella sta per morire, spesso comincia a splendere come ha mai fatto prima. In fondo, anche qui sulla Terra succede in tante occasioni… Dopo lunghi ragionamenti, non mi dispiace concludere con una metafora. Malinconica sì, ma anche istruttiva.
Scoperti segnali dallo spazio profondo, sono inviati da alieni?
