Il risveglio di lunedì 21 aprile fu turbato dalla notizia della morte di Papa Francesco. L’avvenimento rese più sobrie le celebrazioni di Pasquetta ovunque, e nella Capitale anche del 2778° compleanno di Roma. Papa Bergoglio era morto nelle prime ore del mattino, dopo che gli era stata concessa l’ultima benedizione di vivere pienamente la sua ultima Pasqua terrena senza distrarre i fedeli dalle celebrazioni. Dopo meno di tre settimane, l’8 maggio, Robert Francis Prevost divenne Papa Leone XIV.
La Chiesa Cattolica romana, raramente vista come una struttura dinamica, nel corso dei secoli ha sviluppato una modalità di elezione dei papi mirata ad evitare lunghi periodi di sede vacante. Questo sistema ha funzionato quasi sempre, con notevoli eccezioni fra il XIII e il XV Secolo, quando ci vollero fra i due e i tre anni per arrivare a una fumata bianca. Fra le altre denominazioni cristiane, ci si potrebbe aspettare un maggiore dinamismo ma non è necessariamente così. Formatasi nel 1534 con la separazione dalla Chiesa di Roma voluta da Enrico VIII, nell’ultimo secolo la Chiesa Anglicana è gradualmente approdata a una lettura delle Scritture considerata più in sintonia con i tempi e inclusiva, anche grazie al consolidamento della Comunione Anglicana nel XIX Secolo.
Nella Comunione coesistono, mantenendo le loro diversità di approccio teologico, oltre 40 denominazioni cristiane, inclusa la Chiesa d’Inghilterra, che si riuniscono ogni dieci anni nella Conferenza di Lambeth per discutere del loro cammino comune. Questa condivisione non si basa su un documento preciso e il tentativo di definire un Patto – o Covenant – fondato su alcuni principi teologici fallì nel 2009, considerando prioritario preservare l’unità piuttosto che definire alcuni punti di magistero comune che avrebbero causato l’abbandono di alcuni membri. Secondo l’Associazione Chiesa d’Inghilterra, gli anglicani in Italia sono circa centomila. Anglicana fu la prima chiesa non Cattolica a Roma, San Paolo dentro le Mura, la cui costruzione iniziò poco dopo la Breccia di Porta Pia e che è ancora presente nella centralissima Via Nazionale.
L’abbandono del Covenant rese ancora più evidente l’impossibilità di accordarsi su alcune questioni fondamentali, elaborando una sintesi accettabile fra le posizioni delle chiese più liberal come gli episcopali che da decenni hanno instaurato sia ordinazione che episcopato femminile e celebrano matrimoni anche per coppie dello stesso sesso non riconoscendo ostacoli teologici a tali decisioni, e quelle di alcune chiese conservatrici riunite nel movimento GAFCON che si oppongono a questi come altri punti. In questo complicato scenario, il ruolo dell’Arcivescovo di Canterbury, primate della Chiesa d’Inghilterra e guida della Comunione Anglicana, è sempre più quello di un paziente mediatore che mira a mantenere l’unità singola e collettiva di queste chiese, attraverso un dialogo paziente con tutti, con il conseguente ritardo nel raggiungere una visione univoca su alcune questioni scottanti. L’Arcivescovo non ha poteri papali ma il suo ruolo di direzione è comunque essenziale a garantire un procedere comune.
Nonostante il permanere di parecchi mugugni, questo collante sinora ha tenuto, anche se i conservatori del GAFCON spesso scelgono di non partecipare alle riunioni in cui si discutono temi a loro sgraditi, facendo presagire che uno scisma da parte loro sia solo rimandato.
Questo dibattito permanente non impedisce comunque alle varie chiese della Comunione di aggiornare le loro letture teologiche attraverso i rispettivi sinodi, che prevedono un ruolo decisionale anche per i laici. Ad esempio, con anni di ritardo rispetto agli episcopali, la prima ordinazione di una donna vescovo nella Chiesa d’Inghilterra avvenne solo dieci anni fa ma la pratica si è espansa costantemente. Fra le altre, sono donne anche le vescove di Londra, Sarah Mullally, e di Chelmsford, Guli Francis-Dehqani, di origini iraniane, due dei nomi circolati fra i possibili candidati per la nomina del prossimo Arcivescovo. Una situazione così complessa e delicata potrebbe far pensare che le sedi vacanti anglicane, se così possiamo definirle, siano cortissime. Questo è invece un campo in cui la Chiesa Cattolica sembra autorizzata a fornire lezioni di efficienza.
Dal 1928, il ruolo dell’Arcivescovo di Canterbury non è a vita. Non c’è una scadenza precisa ma è ormai d’uso dimettersi dopo alcuni anni. Rowan Williams, uno dei più famosi teologi britannici, è stato Arcivescovo dal 2002 al 2012 ma ha poi continuato a insegnare, parlare in pubblico e scrivere libri, avendo forse anche più tempo per la vita familiare, dato che al di fuori della Chiesa Cattolica romana il celibato è raramente una condizione per essere ordinati. Williams annunciò le sue dimissioni nel marzo 2012 ma il passaggio di consegne al nuovo Arcivescovo, Justin Welby, fu deciso solo in novembre e fu effettivo dal gennaio 2013. Questi decise poi di dimettersi nel gennaio 2025 in seguito alla pubblicazione della Makin Review, un’indagine indipendente pubblicata nel 2020 riguardante abusi fisici e psicologici compiuti dall’avvocato John Smyth in alcuni campeggi cristiani negli anni ’70 e ’80. Welby non era accusato di alcuna complicità in quei crimini né di averli occultati ma di non aver dato seguito ad alcune segnalazioni pervenute sin dal 2013, esponendo così altri giovani a violenze che si sarebbero potute prevenire.
Per dimostrare che la Chiesa stava trattando seriamente tali denunce e accettando le responsabilità implicite nel suo ruolo decise di dimettersi. Fu una decisione ritenuta doverosa da alcuni e un eccesso di zelo da parti di altri. Da allora, le sue responsabilità sono state provvisoriamente assunte da una triade composta dall’Arcivescovo di York Stephen Cottrell, la vescova di Londra Sarah Mullally, e la vescova di Dover Rose Hudson-Wilkin. Si è attivata contestualmente la procedura che porterà alla selezione di una rosa di candidati, che verranno intervistati ed esaminati da una apposita Commissione parlamentare. Sarà poi il Monarca britannico a effettuare formalmente la nomina. Nonostante permangano questi retaggi formali di dipendenza dalla Corona – anche il governo opera formalmente per conto del Re – la nomina non sarà contaminata da influenze politiche ma frutto di una valutazione relativa alle esigenze della Chiesa d’Inghilterra e della Comunione Anglicana.
La procedura è in corso, le interviste dei candidati scelti dalla Commissione probabilmente avverranno in settembre, e l’annuncio del prossimo Arcivescovo potrebbe essere dato verso la fine di ottobre, ma i tempi potrebbero slittare. Questo lungo periodo di ‘sede vacante’ sta ridando voce a chi ritiene che la figura dell’Arcivescovo non sia essenziale alla guida delle chiese anglicane. Sarà compito del prossimo inquilino o inquilina del Palazzo di Lambeth, residenza arcivescovile, dare una risposta anche a questo interrogativo.
