Il patto di collaborazione tra il Comune di Torino e il centro sociale Askatasuna è ufficialmente saltato. Dopo anni di tolleranza, mediazioni infruttuose e proteste violente, questa mattina le forze dell’ordine hanno eseguito perquisizioni e sgombero nella storica sede di corso Regina Margherita 47. Otto attivisti dell’area antagonista sono stati identificati e controllati, mentre dispositivi elettronici, capi d’abbigliamento usati durante le azioni violente e fumogeni sono stati sequestrati. Durante il presidio davanti alla palazzina, la polizia ha utilizzato idranti per disperdere gli attivisti rimasti sul posto, chiudendo così un capitolo aperto da troppo tempo.
«Meglio tardi che mai», ha commentato Ferrante De Benedictis, consigliere FdI della città di Torino. «Il sindaco Stefano Lo Russo si ravvede e straccia il Patto di collaborazione con Aska. Non si comprende come si sia potuto arrivare fino ad oggi ed insistere su un percorso che fin dall’inizio mostrava criticità e contraddizioni». De Benedictis ha accusato: «Da un lato i garanti siglavano il patto, dall’altro Aska continuava ad incendiare il clima in città, rendendosi protagonisti di violenze e distruzioni». Poi celebra la vittoria politica: «Il tempo ci ha dato ragione. Dopo decine di interpellanze, mozioni e richieste di comunicazione al sindaco, ce l’abbiamo fatta! Si apre adesso una nuova stagione per la nostra città».
Un messaggio è andato anche alle forze dell’ordine e al Governo: «Il mio pensiero va a chi ha pagato di più in questi anni: le nostre forze di polizia, che hanno difeso la democrazia dalla prepotenza delle minoranze violente. La vittoria di oggi è stata possibile grazie al coraggio e alla determinazione del Governo Meloni, che ci consentirà di restituire uno stabile alla legalità». Le reazioni istituzionali hanno invece confermato il segnale forte dello Stato. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha scritto su X: «Sgomberato il centro sociale Askatasuna di Torino. Dallo Stato un segnale chiaro: non ci deve essere spazio per la violenza nel nostro Paese». Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini ha commentato in maniera altrettanto diretta con un secco: «Fuori!!!».
Anche le forze di polizia hanno espresso il loro punto di vista. Pietro Di Lorenzo, segretario generale provinciale del Siap Torino, ha dichiarato: «La polizia ha messo fine a un teatrino politico. Ringraziamo il Questore per aver saputo affrontare con sapienza e coerenza mesi difficili per l’ordine pubblico». Ha aggiunto: «Siamo stati gli unici, a febbraio 2024, a rifiutare l’incontro con il sindaco sul percorso di legalizzazione di Askatasuna e restiamo orgogliosi della nostra coerenza». E ha concluso: «Oggi la polizia, entrando e trovando gli occupanti, mette la parola fine a una situazione insopportabile. Il nostro pensiero va ai tanti colleghi feriti durante manifestazioni violente. Questo atto restituisce il senso dei sacrifici sopportati in silenzio in questi anni».
Dopo anni di polemiche, occupazioni abusive, proteste e tensioni sociali, Torino segna così un punto definitivo: i centri sociali non sono zone franche, i fumogeni non valgono più della legge e le bandiere ideologiche non pagano le bollette. Askatasuna torna a essere un edificio vuoto, ma la città torna a respirare, con un messaggio chiaro: chi sfida le regole non può aspettarsi indulgenza infinita.
