Sociale: può esistere un mondo perfetto? Una breve riflessione per interrogarsi sul senso dell’inclusione

Immagina (o ascolta) il suono del mare, le onde che si infrangono sugli scogli; immagina la voce delle persone a cui vuoi bene; immagina lo stridio delle cicale o le grida gioiose di un bambino. Ora immagina non poter più sentire nulla. Immagina non aver mai sentito alcun suono. Sono circa 40 mila le persone che, si stima, in Italia siano non udenti. Ora immagina salutare ciascuno di loro, riusciresti a farlo? Da questa breve riflessione bisogna interrogarsi sul termine inclusione.

In che modo si intende l’inclusione? Basta comprare una pedana per dire di aver abbattuto le barriere con la disabilità oppure è necessario un lavoro strutturale e istruttivo? La lingua LiS (lingua italiana segni) è diventata lingua ufficiale solo nel 2021. È stato fatto un passo nei confronti dell’inclusione (come l’atto di acquistare una pedana) ma poi lo stallo o poco altro. Per essere precisi, un rinnovamento strutturale in tal senso, lo ha posto in essere la regione Puglia, la quale, con la legge regionale 30 dicembre 2021, n.51 art.17, ha riconosciuto la lingua LiS e la lingua LIST (Lingua dei Segni Italiana Tattile) ed in aggiunta a ciò sono stati previsti dei corsi di insegnamento nelle scuole secondarie di primo grado, con l’obiettivo di abbattere le barriere della comunicazione e garantire pienamente i diritti di cittadinanza delle persone sorde. La stragrande maggioranza delle persone quando sente o pensa al termine disabilità immagina una persona con difficoltà motorie, la realtà è ben diversa.

Le sfumature della disabilità sono molto diverse tra di loro e oggi più che mai, se vogliamo davvero abbattere i pregiudizi su di essa, se vogliamo davvero che il termine inclusione non resti solo uno spot politico, dobbiamo ragionare seriamente su ciò. Nel 2014 Papa Francesco diceva, all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita:” Una società è veramente accogliente nei confronti della vita quando riconosce che essa è preziosa anche nell’anzianità, nella disabilità, nella malattia grave e persino quando si sta spegnendo”. Siamo davvero pronti ad accettare la disabilità in tutte le sue sfumature?