Sono ormai giornaliere le discussioni tre figli e genitori per quanto riguarda il numero di ore che passano a giocare davanti ai videogiochi. I bambini della generazione Z ancor prima di iniziare a parlare o a camminare, sono in grado di sbloccare un tablet o far partire un video su YouTube. Joseph Deen, ha solo otto anni ed è appena diventato il giocatore professionista più giovane di Fortnite, firmando un contratto da 33mila dollari con la squadra di eSport Team 33. Secondo il Guinness dei primati, l’americano Victor De Leon III, conosciuto online come “Lil Poison“, era diventato il più giovane videogiocatore professionista all’età di sette anni nel 2005.
Joseph è stato notato da uno “scout” di Tyler Gallagher, amministratore delegato e co-fondatore di Team 33 e dopo aver iniziato a giocare uno contro uno a Fortnite, Tyler non ci ha pensato due volte e ha invitato il bambino californiano al loro quartier generale per fargli firmare il contratto regalandogli anche un sistema informatico ad alta velocità. Il contratto è un vero e proprio investimento a lungo termine che la squadra ha deciso di fare senza porre alcun vincolo al bambino che può giocare quando vuole e non deve rispettare un minimo di ore per allenarsi. Tyler dice che: “Possiamo prepararlo a diventare un giocatore di alto livello in giovane età e inserirlo nelle principali coppe immediatamente quando compie l’età appropriata”.
Joseph in un’intervista della BBC esprime il suo desiderio di diventare un giocatore professionista, ma vista la sua giovane età, nessuno l’aveva mai preso sul serio “fino a quando non è arrivato Team 33”. Joseph gioca a Fortnite da quando aveva otto anni e secondo il sito web esportsearnings.com, solo due dei primi 10 giocatori di Fortnite con i guadagni più alti hanno più di 18 anni. Inoltre, la prima e unica Coppa del Mondo di Fortnite è stata vinta nel 2019 da Kyle “Bugha” Giersdorf, il 16enne che si è aggiudicato il premio da tre milioni di dollari.
Joseph dice: “Il mio sogno è essere come Bugha e giocare come lui. Lo guardo perché nessuno lo ha preso sul serio fino a quando non ha vinto la Coppa del Mondo e mi sento lo stesso, perché nessuno mi ha preso sul serio fino a quando non sono stato ingaggiato dal Team 33 “.
Nonostante il bambino secondo le regole non potrebbe giocare a Fortnite siccome il gioco è classificato con la certificazione PEGI 12 o ESRB ovvero è definito un gioco per “adolescenti”. La mamma Gigi, consapevole della violenza presente nel gioco dice che non è qualcosa che le crea preoccupazioni, ha visto il figlio giocare e lo descrive alla BBC come un bambino equilibrato proveniente da una buona famigli e difficilmente influenzabile. Ovviamente Joseph ha il permesso di giocare per due o tre ore al giorno dopo la scuola, e di più nei fine settimana. Il gioco non è l’unica passione si Joseph che ama suonare anche il piano e forse è proprio questa sua conoscenza che è la chiave del suo successo. Joseph aggiunge: “Suonare il piano mi ha aiutato molto con la tastiera e il mouse. Non appena ho iniziato a suonare, ero già molto bravo a Fortnite con il PC.”
Ad oggi Joseph non può partecipare a nessuna competizione che hanno premi in denaro, per quelli l’età minima è di 13 anni e la mamma sta anche valutando la richiesta del figlio di mettere online le sue partite su piattaforme come Twitch, ovvero la piattaforma streaming più grande per quanto riguarda i giochi. “Joseph è legalmente autorizzato a partecipare a tornei senza coppa. Abbiamo anche in programma di rafforzare la sua presenza online tramite YouTube, che è anche legale. Con la sua presenza online abbiamo in programma di costruire un merchandiser per lui e vendere anche quello. Quindi, a nostro avviso, se riusciamo a guadagnare 33mila dollari da tutto ciò che facciamo nei prossimi anni, vinciamo, e questo è ciò per cui miriamo“. I guadagni del bambino sono stati messi in un fondo di risparmio al quale potrà accedere una volta raggiunta la maggiore età.
