Nel “Si&No” del Riformista spazio alla stretta anti-fumo del premier inglese Rishi Sunak (aumentare l’età legale per comprare tabacco). Favorevole l’ex ministro Carlo Giovanardi (Popolo e Libertà) sottolineando però che “l’Italia non è però l’Inghilterra dove tutti rispettano le indicazioni delle autorità, qui da noi invece si studia un modo per aggirarle“. Contrario invece il direttore Andrea Ruggieri che contesta il metodo: “E’ una ventata di dirigismo. Persuadere è la miglior forma“.
Qui il commento di Carlo Giovanardi:
In linea di principio sono favorevole alla proposta del governo inglese di proibire progressivamente la vendita del tabacco, causa ancora purtroppo di settecentomila morti ogni anno in Europa, trecentomila per cancro ai polmoni e altri quattrocentomila per altre patologie sempre collegate al fumo, circa ottantamila in Italia con il 25 % di questi decessi compresi tra i 35 e i 65 anni di età. Sin dagli inizi di questo secolo queste patologie in Italia non colpivano soltanto i fumatori ma anche i non fumatori vittime del cosiddetto fumo passivo.
E’ difficile raccontarlo ai giovani ma nel nostro paese sino al 2005 nei bar, ristoranti, cinema, teatro, uffici pubblici e privati, autobus, treni, sale d’ aspetto ecc. tutti eravamo costretti a vivere (e respirare) in una nebbia azzurrina alimentata da fumatori di sigarette, sigari, pipe e quant’altro. Assieme al collega Girolamo Sirchia, allora Ministro della Salute, combattemmo una feroce battaglia in Consiglio dei Ministri contro i colleghi fumatori per introdurre questo divieto, mentre ricordo ancora le campagne fermamente contrarie dei sindacati del commercio, che paventavano fallimenti a catena dei loro iscritti se nei locali non si fosse più potuto fumare. La norma, malgrado i tentativi di bloccarla, entrò in vigore e non ricordo nessun successivo tentativo di contestarla, ma anzi la gratitudine espressa dai non fumatori, ma anche da fumatori, per non essere più costretti non solo a subire il fumo ma anche, al rientro a casa, a dover riporre i vestiti all’aperto, intrisi come erano di nicotina ( pensate come dovevano essere i polmoni).
Il divieto è stato poi successivamente esteso anche a zone che inizialmente si era pensato di dedicare ai soli fumatori. Esempio tipico è stata la carrozza fumatori sui treni, una specie di incubo maleodorante sia per i fumatori che la frequentavano che per gli altri malcapitati passeggeri che la dovevano attraversare turandosi il naso. Progressivamente il divieto è stato esteso anche ad aree pubbliche all’ aperto, come i Parchi, nell’ottica di restringere l’uso del tabacco negli ambiti privati. L’Inghilterra invece sta seguendo la via di proibire la vendita di tabacco alle persone nate dopo l’1 gennaio 2009, anche quando raggiungeranno la maggiore età, arrivando così nel tempo a proibire la vendita a tutta la popolazione. L’ Italia però non è l’Inghilterra dove tutti (o quasi) rispettano le indicazioni dell’Autorità: da noi è viceversa molto diffusa l’abitudine di studiare il modo di aggirare la legge piuttosto che applicarla. Non oso pensare infatti cosa potrebbe accadere in Italia tra qualche anno davanti al permesso di acquistare sigarette per chi ha più di trent’anni (o quaranta) ed al divieto per chi ne ha meno.
E’ facile prevedere che chi potrà continuare a comprare legalmente tabacco lo possa facilmente passare a chi non può farlo, magari facendosi pure pagare il disturbo. Credo pertanto che l’informazione sui danni
del tabacco, la sua messa al bando sempre più estesa ovunque ci siano persone che possono essere infastidite o addirittura danneggiate dal fumo passivo, senza arrivare a divieti che nel privato non sarebbe possibile far rispettare, sia una via all’italiana vincente per contrastare i danni ai singoli ed alla società che derivano dal fumo di tabacco.
