SuperGanna trionfa ancora: l’italiano strappa l’oro ai Mondiali su pista con una rimonta mozzafiato

La maglia iridata, alla fine, è finita sulle spalle del migliore. Mathieu van der Poel infatti ha colto a Glasgow una vittoria cercata, voluta e inseguita con tenacia, con la caduta a una ventina di chilometri dal traguardo a renderla ancor più unica e la sensazione che il vincitore di Sanremo e Parigi-Roubaix la casacca arcobaleno simbolo del successo più prestigioso dell’anno la metterà in mostra in più d’una occasione da qui all’edizione 2024 del Mondiale di ciclismo su strada.

In Scozia il campione olandese ha fatto vedere il meglio del suo repertorio, arrivando al traguardo con oltre un minuto e mezzo di vantaggio sull’altro favorito della vigilia, Wout Van Aert. Terza piazza infine per Tadej Pogacar, che sul podio c’è finito comunque anche se il bronzo non sarà sicuramente sufficiente per far dimenticare la seconda piazza all’ultimo Tour de France.

Del terzo incomodo, il campione uscente Remco Evenepoel, rimarrà agli annali soltanto qualche flebile tentativo di non arrendersi prima del tempo, non certamente il risultato ottenuto al termine della prova. Che il percorso non fosse disegnato proprio sulle caratteristiche del vincitore d’Australia lo si sapeva fin dall’inizio; gli oltre 10’ pagati al termine della corsa, però, hanno detto molto circa le difficoltà affrontate dal belga classe 2000 e da una nazionale, appunto quella del Belgio, che non ha trovato il bandolo della matassa per gestire al meglio la prova. Nel mirino di Evenepoel, ora, rimane la cronometro; tanto, in questo senso, dipenderà dalla sua capacità di riprendersi dagli sforzi profusi.

La nazionale azzurra, in tutto questo, qualche segnale incoraggiante l’ha dato. Prima che il pubblico presente lungo le strade fosse rapito dall’azione di van der Poel, infatti, a rompere gli indugi era stato Alberto Bettiol. Quando all’appello mancavano oltre 50 chilometri, l’atleta toscano ha tentato di sorprendere il lotto dei migliori con un allungo arrivato a oltre 40” di vantaggio sui suoi immediati inseguitori. Peccato che alle sue spalle si siano mossi quelli che poi sarebbero saliti sul podio, pronti a riprenderlo a poco più di una ventina di chilometri dal traguardo. Sarà il successivo rilancio del neo-campione del mondo a lasciare tutti di stucco; per Bettiol una decima posizione non sufficiente a rendere merito al suo guizzo avuto. In precedenza tra gli azzurri s’era fatto vedere anche Matteo Trentin. Il maldestro tocco di una transenna però lo ha fatto cadere a terra, causandone il ritiro anzitempo non senza un pizzico di rimpianto per quello che avrebbe potuto essere e – di contro – non è stato.

Incredibile infine lo stop imposto alla corsa da un gruppo di attivisti ambientali che, a un’ottantina di chilometri dalla partenza, si sono presi la scena sbarrando le porte ai corridori in fuga. La ripartenza arriverà una cinquantina di minuti più tardi, con l’intervento delle forze dell’ordine a ridare fiato alla corsa.
Se su strada i colori azzurri non ce l’hanno fatta a brillare, in pista è stata tutta un’altra storia. Nell’Inseguimento individuale, infatti, Filippo Ganna ha letteralmente bruciato nel finale le speranze dell’inglese Daniel Bigham. Il suo recupero nell’ultimo chilometro ha avuto davvero del prodigioso, con più di 2” guadagnati nelle battute conclusive a trasformare in leggenda il suo sesto sigillo in questa disciplina. Non è finita qui, perché sul podio c’è stato spazio anche per Jonathan Milan, a sua volta vittorioso sul portoghese Ivo Oliveira.

Ganna e Milan, assieme a Francesco Lamon e Manlio Moro, erano stati peraltro protagonisti anche dell’Inseguimento a squadre; più forte del treno italiano, in questo caso, era stato il quartetto della Danimarca, che ha vinto l’oro relegando gli azzurri in seconda posizione. Podio soltanto accarezzato invece per la selezione femminile, battuta nella finalina dalla Francia, giunta dunque terza.