Stop al pagamento del superticket per le prestazioni sanitarie. Da martedì il pagamento aggiuntivo sarà abolito, così come previsto
dalla legge di bilancio del 2019 del Governo, diventata legge il 23 dicembre scorso.
“Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal 1 settembre. Il superticket è abolito e nessuno lo pagherà più”, ha scritto su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza.
La tassa, introdotta nel 2011 per far fronte alla crisi economica, è un’aggiunta al ticket già pagato per le prestazioni sanitarie: 10 euro in più su ogni ricetta per le prestazioni ambulatoriali (visite ed esami specialistici). Ogni regione poi ha avuto la facoltà di applicarlo in modo differente. A livello nazionale, per il Codacons, il superticket vale tra i 500 e gli 800 milioni di euro annui. “Non vi sono numeri certi sul gettito garantito da tale balzello anche perché le amministrazioni regionali procedono in ordine sparso e cambiano spesso le carte in tavola”, sottolineano i consumatori.
“A fine 2019 il Superticket si pagava integralmente in 9 regioni: Abruzzo, Liguria, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lombardia. Il pagamento non era invece previsto in Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna”, spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi. Valle D’Aosta e Piemonte. Nelle altre Regione è applicato in via proporzionale alle ricette. “Tutto ciò crea disuguaglienze inaccettabili tra cittadini in base alla regione di residenza”.
