Tenta di corrompere un funzionario della Farnesina: imprenditore incastrato dalle telecamere con busta piena di soldi

Un maldestro tentativo di corrompere il consigliere alle relazioni esterne del ministero degli Esteri è ora oggetto di indagini. La denununcia presentata da Dario De Falco, braccio destro di Luigi Di Maio, e il conseguente intervento dei finanzieri, ha portato all’arresto di Bartolo Paone, un imprenditore campano finito ai domiciliari.

Quando i finanzieri hanno perquisito l’ufficio di Napoli dell’imprenditore hanno trovato un’agenda denominata ‘libro cassa semplice’. Nel registro contabile ci sono “annotazioni di operazioni bancarie e la predisposizione di mazzette di banconote”. “Due mazzetti da 50 euro, restano …8 da 20, 1 da 4.850, 1 da 2.000, 1 da 3.500, totale 26.350”. Tutti i movimenti sono così annotati nero su bianco.

Alcune di queste mazzette, cinque o sei, erano destinate al braccio destro del titolare della Farnesina il 14 dicembre 2021. Ma l’imprenditore campano non ha messo in conto che i suoi piani potessero fallire.

Le telecamere di sicurezza hanno immortalato tutti i movimenti di Paone che inizia il suo goffo tentativo di corruzione. Dalle registrazioni delle videocamere si vede l’imprenditore napoletano entrare in un noto bar in piazza San Lorenzo in Lucina a Roma. Sale al primo piano e poggia un pacchetto sul tavolo a cui è seduto il funzionario pubblico: all’interno, si legge negli atti del gip Corrado Cappiello, ci sono “cinque o sei mazzetta da quattro centimetri, contenenti banconote da 50 euro”.

Il funzionario rifiuta quel “pensiero” di Paone, riconsegnando la busta al suo interlocutore. Poi, si legge sempre negli atti, si allontana e chiama il Ministro Luigi Di Maio. Poco dopo si presenta alla finanza e denuncia l’accaduto.

Ma perché Paone ha tentato di corrompere il braccio destro di Di Maio? Per gli inquirenti, secondo quanto riportato da Repubblica, la mazzetta era “finalizzata ad assicurarsi contatti e relazioni istituzionali”, e quindi a ottenere i favori del funzionato conosciuto un anno prima, quando l’imprenditore napoletano gli era stato presentato come “un’eccellenza del settore e in rapporti di lavoro con Enel, Open Fiber, Enav, Tim”.

Paone, infatti, non è un nome sconosciuto. L’uomo, orginario di Casoria, è stato al vertice della Cogepa Spa, un’azienda che si occupa di “costruzione di opere pubbliche per energia e telecomunicazioni”. Attraverso questa, l’imprenditore ha stipulato contratti con Tim, Enel, Open Fiber, Enav, Terna. Ma adesso la societa è in liquidazione.

Paone, che già mesi fa è stato condannato per reati tributari, è ora sotto la lente della Procura di Roma che sospetta che quelle somme annotate nel libro contabile siano state utilizzate “per la commissione di analoghe condotte illecite”.