Tokyo, Alberto Pizzo rende omaggio a Maradona in musica

A 45 piani sopra la metropoli che non dorme mai, un pianoforte ha risuonato nel cielo di Tokyo. Le note erano quelle di “El tango del Diez”, una dedica appassionata che il pianista napoletano Alberto Pizzo ha composto per Diego Armando Maradona. Nel giorno in cui il Pibe de Oro avrebbe compiuto 65 anni, Pizzo ha voluto ricordarlo a modo suo: con la musica, con la passione, con il cuore.

Seduto a un pianoforte Yamaha – il celebre CFX Grand Coda da Concerto di cui è unico Ambassador nel Mondo – Pizzo ha suonato indossando la maglia azzurra celebrativa del Napoli, con quel numero 10 che per i napoletani è più di un simbolo: è un’eredità emotiva, un pezzo d’anima. Dietro di lui la città di Tokyo si apriva come un mare di luci. Davanti, il ricordo di un idolo che ha insegnato al mondo cosa significa amare il proprio destino fino in fondo.

«Ero tra la veglia e il sonno, quando mi arrivò un messaggio su WhatsApp nel cuore della notte – racconta l’artista – Appresi così la notizia della scomparsa di Diego Armando Maradona. Per me, come per ogni napoletano, non era solo un calciatore: era un simbolo, un’anima che aveva trasformato il dolore e la povertà in arte, in luce, in magia. Mi sono precipitato al pianoforte, come per catapultarmi nel mio mondo. Non ho pensato più a nulla… ho solo suonato. E da quelle note è nato questo tango non argentino nel ritmo, ma napoletano nello spirito. Un tango che non si balla, ma si ascolta come una preghiera, come un ricordo che brucia e consola allo stesso tempo».

Prima dell’esibizione, l’artista si è aggirato per le strade di Shibuya e Ginza, quartieri della capitale giapponese che l’ha accolto come una star: perché in Giappone Alberto Pizzo è già un nome consacrato. È qui che ha trovato la sua seconda casa, è qui che ha composto la colonna sonora ufficiale del Padiglione Italia dell’Expo 2025 di Osaka, è qui che la sua eleganza partenopea si è fusa con la disciplina nipponica in una simbiosi perfetta tra passione e rigore.

«Da bambino sognavo di diventare calciatore – racconta Pizzo – poi le suore della mia scuola mi hanno fatto capire che avevo un altro talento da coltivare: la musica. Ma il calcio è rimasto nel mio sangue, come Napoli. E Maradona è stato, ed è, una grande fonte di ispirazione tra genio e follia».

C’è qualcosa di profondamente napoletano nel modo in cui Alberto Pizzo si muove nel mondo: la capacità di trasformare la nostalgia in arte, il rispetto per la memoria, la gratitudine per le proprie radici. Il suo omaggio a Maradona non è solo un atto di devozione, ma è un ponte tra culture, un filo invisibile che lega la Napoli dei vicoli alla Tokyo delle stelle.

Nel silenzio sospeso tra una nota e l’altra, sembra di sentire l’eco di una frase che avrebbe potuto pronunciare lo stesso Diego: “Chi ama non dimentica”.  E Alberto Pizzo, con il suo pianoforte, lo ha appena ricordato al mondo.