Transnistria: la repubblica che non esiste

La Transnistria, ufficialmente Repubblica Moldava di Pridnestrovie (PMR), è una repubblica autoproclamata indipendente situata lungo il confine orientale tra Moldavia ed Ucraina. Il suo piccolo territorio è rappresentato da un sottile lembo di terra che segue il corso del fiume Dniester. Nonostante sia de-iure parte della Moldavia, per poter entrare nel paese è necessario superare una vera e propria frontiera. Fino a qualche anno fa l’ingresso agli stranieri era consentito per un massimo di dieci ore, misurate al secondo. Bloccato nel traffico? Ti aspettano guai. Ad oggi il tempo di permanenza lo determina l’umore dell’ufficiale, rigorosamente in uniforme sovietica, che ti troverai davanti. L’atmosfera una volta passato il confine è molto diversa da quella del resto della Moldavia.

Tiraspol, la capitale della Transnistria, è un luogo affascinante che sembra essere congelato nel tempo.
L’arteria principale della città, via 25 Ottobre, è la più bizzarra vetrina di questa repubblica indipendentista.
Il nome della via è auto-esplicativo, così come le innumerevoli statue di Lenin o gli onnipresenti simboli della falce e martello. Richiami nostalgici o intenzionali controversie simboliche? Ciò che è sicuro è che, ad oggi, la Transnistria è tutt’altro che un paese comunista.

Una passeggiata lungo questo viale è una delle esperienze più surreali che si possano avere in tutto il continente europeo.
Di fianco al palazzo del governo, uno degli edifici simbolo della capitale, tre inusuali bandiere svettano fiere di fianco a quella del paese: sono le bandiere di Ossezia del Sud, Abkhazia e Nagorno-Karabakh. Ad accomunarle al luogo è il loro status. Infatti, anche questi sono paesi indipendentisti post-sovietici e di fatto gli unici a riconoscere l’indipendenza della Transnistria. In segno di riconoscimento, la loro autonomia è ampiamente riconosciuta a Tiraspol, l’unica città del mondo ad ospitarne le ambasciate.

Proseguendo per la via ci si imbatte in un edificio imponente, quasi fuori luogo: è la sede principale di Sheriff, il de-facto monopolio di stato. Il nome suonerà familiare a tutti gli appassionati di calcio. Nel 2021, infatti, la piccola ed allora sconosciuta squadra Sheriff Tiraspol ha compiuto un miracolo: ha sconfitto il Real Madrid in Champions League. Quasi tutto in Transnistria è controllato da Sheriff, dalle reti televisive ai supermercati, dalle compagnie telefoniche alle ormai leggendarie squadre di calcio. Il proprietario? Un ex membro del KGB, ovviamente.

A poche decine di metri di distanza ci si imbatte in un altro edificio iconico, la banca centrale della Transnistria. È proprio qui che viene coniato il rublo Transnistriano: valuta ufficiale del paese inutilizzabile in qualsiasi altra parte del mondo, Moldavia inclusa. Le monete sono un fantastico souvenir, specialmente considerando che sono le uniche monete di materiale plastico al mondo. Impossibile non notare il piccolo ma curioso ufficio passaporti. Ebbene sì, come in qualsiasi altro paese che si rispetti, i cittadini hanno il loro passaporto. Documento d’identità nel paese che ha un solo grande problema, nessuno lo riconosce al di fuori di questi confini. Per essere in grado di viaggiare gli abitanti devono fare domanda per un secondo passaporto, quello di un paese ufficialmente riconosciuto. La scelta spetta a loro, passaporto moldavo o passaporto della tanto venerata Russia?

In Via 25 Ottobre le stranezze sembrano non finire mai. Nel caso venga fame è possibile fermarsi da “Back in the USSR”, ristorante dove si cena in compagnia di decine di statue di Lenin. Il cibo viene accompagnato da un bicchiere di cognac Kvint, il prodotto più iconico della Transnistria. Ne sono così orgogliosi che una bottiglia è stata spedita nello spazio.
Tra un bicchiere e l’altro, tutto invita a riflettere. In mezzo alle ombre della storia e alle moderne sfide geopolitiche, un viaggio in Transnistria rivela un’Europa complessa e ricca di contraddizioni.