Il prefetto di Trieste vieta di manifestare in piazza Unità d’Italia fino al 31 dicembre dopo l’impennata dei contagi in città legata ai cortei e ai presidi contro l’obbligo di green pass. «Chi violerà questo divieto sarà punito con ammende molto importanti», ha detto il sindaco Dipiazza. La situazione è fuori controllo. Nell’ultima settimana in «provincia di Trieste – ha spiegato il responsabile task force sanitaria regionale, Fabio Barbone – si sono registrati 801 nuovi casi, il doppio della settimana precedente».
Questo «ha portato a un tasso di infezione di 350 casi per 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni, poco meno del triplo rispetto al resto della regione. Il dato di incidenza ci fa tornare indietro alla primavera 2021 e all’autunno 2020». «L’andamento nelle ultime 4 settimane – ha proseguito – è di progressivo aumento dei tassi di incidenza ma nell’ultima settimana in particolare c’è stato un ulteriore aggravamento della situazione». Un dato “di particolare preoccupazione” e che non si spiega soltanto con il fatto che “in Fvg si fanno più tamponi che altrove”, ha osservato Borbone. «I numeri sono impietosi e fotografano le conseguenze dell’irresponsabilità. A Trieste siamo ad una incidenza di quasi 300 casi ogni 100mila abitanti, a fronte di una media nazionale sotto quota 50», ha commentato la ministra Gelmini.
Oltre 20 mila firme intanto hanno sottoscritto la petizione “Appello a Trieste” a sostegno di una immagine della città non più capitale dei no Vax, bensì “capitale italiana della scienza”. Una iniziativa lanciata dal professore universitario e avvocato Mitja Gialuz e dall’avvocato e presidente della Fondazione CRTrieste Tiziana Benussi. La petizione ha subito raccolto numerose adesioni via mail e whatsapp, poi sulla piattaforma Change.org è stata sottoscritta da migliaia di persone, fino a superare, in serata, le 15 mila adesioni. Tra i nomi che hanno firmato, il luminare della cardiochirurgia Gianfranco Sinagra, Riccardo Illy, il presidente del Porto Zeno D’Agostino, il rettore dell’Università Roberto Di Lenarda, e poi Gabriele Salvatores, Lino Guanciale, Diego Abatantuono, Ariella Reggio, e altri.
