Parla Simona Loizzo
“Troppa responsabilità per il covid, perciò mio marito si è ucciso”, il racconto della moglie del medico Lucio Marrocco
Troppe responsabilità e pressioni, e Lucio Marrocco non ha retto. Questi i motivi dietro l’estremo gesto del dirigente medico dell’Ospedale di Cosenza che venerdì 8 gennaio si è tolto la vita gettandosi dal balcone di casa. Un volo dal quinto piano. Niente da fare per il medico che si stava occupando delle vaccinazioni degli operatori sanitari, ma non solo, secondo la moglie Simona Loizzo, anche lei dirigente medico dell’Annunziata.
“Fin dall’inizio della pandemia si è caricato della responsabilità di proteggere tutto il personale operante in corsia. Parliamo di circa duemila persone – ha detto Loizzo a Non è l’Arena – Mio marito si è trovato a gestire una pandemia in un ospedale vecchio, con difficoltà nel mettere a punto il percorso sporco/pulito, di separare quello Covid dal no-Covid. Non era soltanto responsabile delle vaccinazioni, era a capo della struttura complessa di sorveglianza sanitaria del presidio. Dall’inizio dell’epidemia ha eseguito diecimila tamponi. Ci sono stati pochissimi dipendenti contagiati. Ma ognuno di quei casi lo viveva drammaticamente”.
Il dramma, ha continuato la donna, si è consumato quando le condizioni dell’operatrice socio-sanitaria contagiata e poi morta si erano aggravate: “Lui è andato in tilt. Lo sentii discutere al telefono con un suo collaboratore, diceva ‘Ma si può? Non ce la posso fare, non ce la faccio più’. Dopo pochi minuti era volato giù come un operaio che cade dall’impalcatura senza imbracatura. Un soldato mandato alla guerra senza armi”.
Marrocco era originario di Frosinone. Aveva 56 anni. Era direttore dell’Unità operativa complessa prevenzione e protezione ambientale dell’azienda ospedaliera di Cosenza che nei giorni scorsi aveva organizzato le fasi della campagna di vaccinazione negli ospedali di Cosenza e di Rogliano. Il suo estremo gesto ha lasciato sotto shock non solo i familiari ma anche i colleghi e la comunità. “Mio marito è una vittima del lavoro. La sua è stata una morte bianca. Un soldato mandato alla guerra senza armi”, ha detto senza mezzi termini Loizzo.
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