Turchia, smascherata rete segreta di cambio-valuta di Hamas. Centinai di milioni di dollari al centro degli affari

Hamas militants accompanied by members of the International Committee of the Red Cross (ICRC) head to Zeitoun neighborhood of Gaza City to search for the remains of deceased hostages, Monday, Dec. 8, 2025. (AP Photo/Jehad Alshrafi) Associate Press/ LaPresse Only Italy and Spain

Secondo documenti e dichiarazioni rilasciati questa settimana dalle Forze di difesa israeliana (Idf) e dall’Agenzia per la sicurezza (Isa) sarebbe stata smascherata una rete segreta di cambio-valuta di Hamas, operante nella Turchia centrale sotto la direzione dell’Iran. Gli esiliati di Gaza residenti in Turchia utilizzerebbero l’infrastruttura finanziaria del Paese per trasferire ingenti somme di denaro a favore dell’organizzazione palestinese. Il totale dei trasferimenti si aggirerebbero intorno alle centinaia di milioni di dollari.

Centinai di milioni di dollari al centro degli scambi

Le agenzie affermano che la rete opererebbe in collaborazione con il regime iraniano col trasferimento di fondi ad alti funzionari di Hamas aiutando il gruppo a ricostruire le sue capacità al di fuori di Gaza. I documenti recentemente resi pubblici includono registrazioni di trasferimenti di valuta per un importo di centinaia di migliaia di dollari che, secondo i funzionari, rappresentano solo una piccola parte dell’attività complessiva. La rete dunque riceverebbe e trasferirebbe fondi iraniani dall’interno della Turchia. Le Idf e l’Isa hanno identificato tre agenti di Gaza che lavorano in Turchia e che, a loro dire, sarebbero elementi cardinali della rete: Tamer Hassan, un alto funzionario dell’ufficio finanziario di Hamas a Istanbul che opera direttamente sotto la direzione di Khalil al-Hayya, capo dell’ufficio politico di Hamas, e i cambiavalute Khalil Farwana e Farid Abu Dair. Israele afferma che il sostegno dell’Iran all’organizzazione terroristica palestinese non è cessato; l’obiettivo è la ricostruzione della sua capacità operativa oltre i confini della Striscia di Gaza.

La pressione su Gerusalemme

La tempistica di tali rivelazioni arriva nel bel mezzo della pressione che l’amministrazione Trump sta esercitando su Gerusalemme affinché dia il via libera alla partecipazione di Ankara alla forza internazionale di stabilizzazione a Gaza. Israele vi si oppone con estrema fermezza e non vede di buon occhio l’alleanza che la Turchia ha stretto con il presidente ad interim al-Sharaa per il suo passato fondamentalista jihadista e qaidista. Istanbul ha ospitato per anni figure di spicco di Hamas e dunque Ankara è poco credibile agli occhi di Israele nella possibile assunzione di un ruolo di primo piano nella Striscia di Gaza del dopoguerra. La presenza di agenti di Hamas con base in Turchia dimostra come questo gruppo terroristico palestinese abbia diversificato la sua presenza finanziaria per eludere sanzioni e controlli alle frontiere. Ciò è un pericoloso segnale di allarme strategico per Gerusalemme che oltretutto sostiene che l’Iran si sta integrando sempre più nell’ecosistema economico turco, consentendo a un’entità regionale di rigenerarsi e di proiettare la sua forza. Se non repressa la rete potrebbe alimentare futuri attacchi ed espandere di nuovo l’influenza di Hamas nella regione, minacciando la sicurezza a lungo termine di Israele.

L’atteggiamento fortemente aggressivo

L’atteggiamento turco fortemente aggressivo nei confronti dello Stato ebraico è profondamente legato alla sopravvivenza politica interna di Erdoğan e al suo sostegno di lunga data ai movimenti islamisti nella regione. Il leader turco si è sempre presentato come l’alfiere della causa palestinese e il suo elettorato più conservatore lo spinge ad assumere una posizione ferma contro Israele. Ma Erdoğan è stato finora molto pragmatico nei suoi rapporti con Washington e, dietro le quinte, all’indomani del pogrom del 7 ottobre, ha spinto la leadership di Hamas ad abbandonare la Turchia in silenzio per non irritare l’amministrazione Trump. Ankara ora lavora a stretto contatto con Washington nel tentare di persuadere Hamas ad accettare la sua proposta su Gaza e a smilitarizzare l’organizzazione. La Turchia in accordo con gli Usa schiererebbe oltre 2000 soldati per la forza di stabilizzazione che dovrà mettere in sicurezza la Striscia dopo la guerra, ma Israele continua ad opporsi sia al coinvolgimento turco che qatariota.