Turchia, speleologo americano bloccato a 1.000 metri: corsa contro il tempo coinvolge anche Soccorso Alpino italiano

Proseguono le operazioni di recupero dello speleologo statunitense bloccato in una grotta a 1.000 metri di profondità in Turchia alle quali partecipano anche squadre di uomini del corpo nazionale del Soccorso Alpino e speleologico. Nella notte tra sabato e domenica il primo team di soccorritori ha condotto la barella con lo speleologo a quota – 680 metri. Successivamente, intorno alle 3.30 di domenica – dopo alcune ore di sosta, necessarie per somministrare le terapie allo statunitense – il team italiano ha preso in carico la barella e la ha condotta a – 500 metri nella serata di domenica.

Anche qui è stata effettuata un’ulteriore sosta indispensabile per proseguire le cure mediche e utile a consegnare la barella al successivo team di soccorso internazionale che, in queste ore, sta progredendo verso l’uscita. La progressione è difficile, procede in punti molto stretti e caratterizzati dalla presenza di fango ed acqua, con le tempistiche tipiche dei recuperi in profondità, lo speleologo americano è collaborativo, agevolando quindi l’operato dei tecnici.

Allo stesso tempo, i soccorritori che hanno terminato il proprio impegno in profondità stanno hanno raggiunto nuovamente il campo base. Complessivamente in Turchia sono presenti 46 operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Oltre all’Italia, sono diverse le nazioni coinvolte in questa complessa operazione – coordinata dall’Afad, l’ente turco di Protezione Civile – tra queste la Bulgaria, la Polonia e l’Ungheria.

La seconda squadra del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è entrata in grotta poco fa. La barella prosegue la risalita e la squadra del Cnsas dovrebbe prenderla in carico all’incirca a quota -250 metri per poi passarla al successivo team di soccorso internazionale. Lo speleologo ha riconosciuto alcuni tratti della grotta e ha reagito positivamente capendo che si sta avvicinando all’uscita.