Turismo, la movida che fa bene alle città

All’interno delle guide turistiche, sui portali, nei blog, nei Tik Tok dei travel influencers trovano sempre più spazio e attenzione i contenuti dedicati alle experience da vivere durante le visite nelle città. Non più solo musei, monumenti e palazzi ma anche ristoranti, bar e locali di intrattenimento. La movida è un importante fattore di attrattività per le città. Un elemento turistico da non sottovalutare. Il turismo è una risorsa inestimabile per il nostro Paese. In termini di attrattività ma soprattutto economici. Vale intorno al 6,4% del Pil nei suoi prodotti caratteristici, e oltre il 9% considerando l’indotto. E i numeri salgono prendendo in considerazione in trimestre estivo. L’estate di quest’anno sarà cruciale per la ripresa del comparto e per questo è necessario valorizzare e sfruttare ogni ambito. Anche quello della movida.

La sua capacità di generare crescita economica, attrarre talenti e creatività, promuovere la diversità culturale e migliorare l’immagine di una città ne fa una leva strategica per il posizionamento internazionale. Accoglienza e ristorazione sono tra i primi settori scelti dagli under 35 che decidono di investire in un’attività e sviluppare la propria autoimprenditorialità. La presenza di una movida vivace può attirare investimenti e incoraggiare la creazione di nuove imprese, creando un circolo virtuoso di sviluppo economico. La vivacità delle diverse zone della città influenza positivamente e negativamente l’attrattività di un’area sia dal punto di vista turistico, sia dal punto di vista economico e sociale. Porre attenzione su questo tema significa valorizzare anche il decoro e la riqualificazione urbana. La buona movida deve essere sfruttata come elemento di sviluppo.

Ecco perché quando si parla della cosiddetta “mala-movida” è necessario circoscrivere il fenomeno e intervenire creando le condizioni per una convivenza civile e di reciproca convenienza e tra residenti e imprese attraverso iniziative strutturali e condivise. Qui entrano in gioco le istituzioni e le associazioni di categoria che hanno il compito di studiare gli assetti più efficaci per adattarsi alle evoluzioni delle città. Il pericolo del nostro tempo, in cui tutto corre veloce, è che aree diverse della stessa città crescano a velocità diverse. Bisogna invece avere il coraggio di intervenire secondo un principio di equità per offrire a tutti le stesse condizioni per crescere superando l’immobilismo concettuale del “si è sempre fatto così” che rallenta molti processi di oggi.

E tornando al tema più che mai concreto e attuale della movida e al contrasto della malamovida, il percorso che si sta avviando nella “Milano da bere” insieme al Comune, con il sostegno della prefettura e delle forze dell’ordine, è quello di individuare delle zone per la gestione delle aperture dei locali. Aree verdi, gialle e rosse per regolamentare la presenza dei pubblici esercizi evitandone il sovraffollamento. In questo modo, creando un regolamento comunale per la concessione e gestione delle autorizzazioni per l’apertura di nuovi bar e ristoranti, potremo valorizzare e vivacizzare quartieri che ne hanno bisogno, anche fuori dai centri storici e arginare i disagi provocati da una vita notturna fuori controllo. È così che nelle città che cambiano, dobbiamo trovare le modalità per adattarci al cambiamento.